venerdì 22 dicembre 2017

Interdittive antimafia, violazioni autorizzazioni e deroghe. Caso spezzino: impianto Cerri di Follo

È  stata pubblicata sull’Albo Pretorio della Provincia una deroga (vedi QUI) alla autorizzazione per l’esercizio dell’impianto di trattamento rifiuti. La deroga integra l’autorizzazione vigente permettendo ulteriori attività legate ai rifiuti ingombranti prodotti dalla recente esondazione del fiume Magra in data 11 dicembre 2017

Ora francamente mi pare di poter scrivere:

Non sono sufficienti  le violazioni sistematiche delle prescrizioni
Violazione delle prescrizioni che avrebbero dovuto comportare da tempo la revoca delle autorizzazioni vigenti altro che la ulteriori integrazione con deroga
https://notedimarcogrondacci.blogspot.it/2017/12/con-interdittiva-antimafia-niente.html#more  

Non è sufficiente la scadenza dei termini di legge per adeguare l’impianto alla autorizzazione integrata ambientale
http://notedimarcogrondacci.blogspot.it/2015/09/impianti-rifiuti-pericolosi-follo-senza.html

Non è  sufficiente  la interdittiva antimafia al titolare della azienda  che comporta l’impossibilità di  rilasciare la autorizzazione integrata ambientale e quindi la continuazione della attività della azienda

No tutto questo non basta per chiudere definitivamente questo impianto almeno fino a quando non si sarà adeguato alla disciplina  dell’AIA come prevede la legge.  Invece si autorizzano, sia pure per emergenza, il trattamento di ulteriori rifiuti.

Ma il problema non è questa nuova deroga dettata da una emergenza reale. I problemi sono quelli sopra elencatI e ad integrazione altri 2:


IL PRIMO. L’impianto continua a violare l’autorizzazione quella stessa autorizzazione (2003/2016 vedi QUI)che ora viene derogata e ovviamente anche quelle precedenti. Autorizzazione del 2016 che imponeva di stoccare rifiuti in ingresso in aree ben delimitate e provvisoriamente (cioè solo in entrata)  ma dalle foto di questi giorni si può vedere il caos del piazzale dell’impianto vedi a fianco

IL SECONDO. l’impianto non può continuare la sua attività complessiva ( quindi non mi riferisco tanto alla gestione della emergenza da alluvione) perché non è adeguato alla legge e perché l’interdittiva non permette che venda permesso questo adeguamento. Non solo ma l’interdittiva così intesa vale anche nel caso in cui la rappresentanza legale della azienda sia trasferita ad altri tanto più se parenti con il titolare interdetto.  Riporto sul punto quanto affermato, non dal sottoscritto, ma dalla sentenza del Consiglio di Stato sul rapporto tra interdittiva antimafia e rilascio autorizzazioni ambientali: “Né il rapporto di coniugio – al di là della circostanza, irrilevante, che i coniugi, residenti in Comuni diversi, avrebbero avviato le pratiche per separarsi (p. 24 dell’appello incidentale) – né l’esistenza di tali rapporti tra -OMISSIS- (e la sua famiglia) e la criminalità ‘ndranghetista, quali peraltro emergono, e in modo molto consistente, dal già menzionato provvedimento di diniego di iscrizione nella white list, sono stati efficacemente smentiti, nella loro indubbia oggettiva e pregnante rilevanza sintomatica, dall’odierna appellante incidentale, che si è limitata a censure generiche e, comunque, ininfluenti ai fini del decidere.”  
La domanda sul secondo punto: l’inchiesta che ha portato alla emissione della interdittiva antimafia nel caso del titolare dell’impianto rifiuti di Cerri di Follo ha verificato  l'esistenza di tali legami come nel caso della sentenza sopra riportata? La Provincia è stata informata o si è informata di tutto questo prima di rilasciare questa nuova deroga?


CONCLUDENDO  

Il fatto interessante è che questa sentenza del Consiglio riguarda un altro caso spezzino simile ed è stata ottenuta grazie alla ottima difesa legale della Provincia di Spezia: ironia del destino! 

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