Il Consiglio di Stato con sentenza pubblicata lo scorso 8 aprile 2024 (QUI) è nuovamente intervenuto sul progetto per un impianto di stoccaggio e rigassificazione proposto a Cagliari dopo la sentenza del 2023 (QUI).
La sentenza afferma
una visione elitaria della procedura di VIA che da strumento di valutazione
degli impatti di un progetto in un dato sito che richiede un coinvolgimento
attivo delle comunità locali e quindi una adeguata e approfondita ponderazione
degli interessi molteplici impattati dal progetto, diventa invece una sorta di
autorizzazione in mano ad una quasi assoluta discrezionalità della Autorità
Competente non contestabile dai cittadini ma anche dagli stessi giudici che
quindi si autossolvono dal loro ruolo.
In questo senso la
sentenza assume i caratteri di sentenza politica volta ad affermare il
principio per cui su certi progetti considerati “strategici”, peraltro in modo
contraddittorio come vedremo nel caso in esame, non c’è spazio per
contestazioni politiche, tecniche scientifiche e giuridiche da parte di chi
rappresenta le comunità interessate. D’altronde questo indirizzo, diciamo quasi
militante dei giudici di Palazzo Spada, lo troviamo anche nella sentenza del
Tar Lazio sulla unità rigassificatrice galleggiante a Piombino QUI.
La sentenza poi riafferma una visione ristretta del concetto di alternativa ed opzione zero nel procedimento di VIA.
Vediamo partitamente le questioni sopra sintetizzate