giovedì 23 novembre 2017

Dismissione centrale Enel: bonifica e destinazione dell’area si tengono insieme

Continuo a leggere dichiarazioni confuse sulla futura bonifica dell'area attualmente occupata dalla centrale Enel.


Vorrei sommessamente ribadire che la bonifica "integrale" in astratto non esiste.
La bonifica è in rapporto con la destinazione funzionale dell'area e questa la decide il Comune nei suoi strumenti di pianificazione.

Il punto però è che il Comune può decidere nel futuro di mettere li, per esempio, campi di margherite spontanee ma poi bisogna trovare gli investitori per bonificarla e soprattutto usarla quell'area e gli investitori dipendono dalla destinazione funzionale della stessa. Variare la destinazione funzionale da industriale ad altro si può fare ma deve essere motivata altrimenti, considerati i maggiori costi di bonifica, il rischio è che la variante venga impugnata. Mettere destinazione turistica o agricola (per fare degli esempi) solo nell’area Enel quando a due passi c’è un area industriale ed il porto commerciale in ulteriore espansione rischia di produrre un provvedimento viziato da illogicità nella motivazione.


Non solo ma nel caso di un contrasto sulla destinazione funzionale, considerati i costi diversi a seconda della destinazione, potrebbe tornare utile ad Enel quello che tutti i decisori (Amministratori comunali e regionali nonché Unione Industriali) continuano a rimuovere e cioè che la scadenza della attuale autorizzazione è stata spostata ex lege al 2029 (vedi QUI).
Potrebbe accadere quindi che Enel forte di questa norma congeli nel 2021 la centrale (al limite anche fermandola) ma senza andare avanti con la bonifica o addirittura, e sarebbe peggio, continuando a farla funzionare magari a ritmo ridotto, (area ex IP docet!).


Alla luce di quanto sopra esposto penso che la discussione sulla destinazione funzionale non sia un qualcosa da posticipare nel futuro ma sia strettamente legata:
- alla bonifica,
- alla dismissione della centrale,
- al futuro occupazionale dei dipendenti attuali,
- al futuro economico del nostro territorio.
Il tutto frutto di una condivisione con tutte le espressioni di interessi cittadine!


Nel frattempo invece che fare i “duri” sulla destinazione funzionale avanzando proposte fantasiose (magari frutto di affrettate letture su internet o ricerchine faidate) con tutti i rischi sopra esposti, perché non avviare subito una valutazione di impatto sanitario prodotto dalla centrale in tutti questi anni ed attualmente? Da questo studio potrebbero emergere criticità sanitarie che rafforzerebbero, nelle motivazioni, scelte di pianificazione diverse in quell’area. Ma questo non si può fare ne a priori ne con i referendum consultivi, utili per la democrazia, ma insufficienti nel caso specifico a motivare scelte di rinnovamento.
Tra l’altro l’occasione amministrativa la città ce l’ha. Come ho spiegato in questo post QUI, all’interno della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del nuovo Piano Urbanistico Comunale (PUC) in fase di approvazione ci deve essere proprio la Valutazione Integrata di Impatto Ambientale e Sanitario (VIIAS).


Vogliamo affrontare quindi con rigore ambientale ma anche amministrativo questa vicenda o dobbiamo assistere ancora a delle discussioni di parte spesso oltretutto frutto di mancati approfondimenti della problematica!

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