giovedì 12 ottobre 2017

Port community spezzina? Ci vuole una GULF COMMUNITY

La Port Community (l'insieme degli operatori portuali spezzini) con il solito "tatto" oggi sul Secolo XIX, definisce quelli che esprimono perplessità sulla stazione crociere: "i professionisti del no".
Verso questi signori arroganti per i quali il mondo sembra finire dentro i confini del demanio portuale, se usassi la loro terminologia, li dovrei definire: "i professioni dei cavoli miei".

Perdonatemi la battuta un poco “greve” ma questa è la loro visione miope del rapporto tra area portuale e resto del territorio cittadino, golfo compreso. Ma ripeto io non voglio scendere al livello del loro battutismo, perché mi considero "un professionista degli interessi generali", e il post che segue lo dimostra...


La questione della stazione crocieristica come quella della attuazione del piano regolatore del porto vanno affrontate con una metodologia e seguendo le prescrizioni della VIA del Ministero dell'Ambiente sul Piano regolatore del porto. L'ho spiegato in tutte le salse da anni e tutto poteva essere affrontato in modo condiviso se l'Autorità Portuale insieme con i "professionisti dei cavoli miei” non avessero fatto fallire sistematicamente e dolosamente il Tavolo di confronto approvato con un ordine del giorno del Consiglio Regionale quando venne approvato il PRP.



IL MOLO CROCIERE NON DEVE ESSERE OBBLIGATORIAMENTE QUELLO GENERICAMENTE INDIVIDUATO DAL PRP
Sempre sul Secolo XIX leggo dichiarazioni sconcertanti fatte da rappresentanti di imporanti categorie economche cittadine. Secondo queste affermazione il molo crociere va fatto dove previsto dal PRP quasi fosse un obbligo di legge. Le cose non stanno così

Il decreto del Ministero dell’Ambiente del 17/12/2015 relativamente all’ambito 5 del Piano regolatore del porto “Marina della Spezia” dove sono previsti l’ampliamento del Molo Italia nonché del nuovo Molo Crociere a servizio della Stazione Marittima, rinvia ad ulteriori e indispensabili valutazioni di impatto ambientale.
Afferma questo Decreto: ““ Si ritiene opportuna una ulteriore veridica di compatibilità ambientale per l’ambito n. 5, prima dell’inizio dei relativi lavori, in ragione del fatto che il progetto non prevede specifiche mitigazioni per tale ambito puntando sulla completa elettrificazione delle banchine e il conseguente annullamento delle emissioni atmosferiche e di rumore provocate dallo stazionamento delle navi crociera; non sono tuttavia prodotti accordi con le compagnie crocieristiche che possano garantire l’attuazione di tale progetto che se resta solo sulla carta metterebbe in crisi una parte importante del porto prossimo al centro storico e ad elementi di pregio del paesaggio urbano. Inoltre, la morfologia del Molo Italia e del Nuovo Molto Crociere risulta diversa da quella prevista nel PRP, mentre i modelli matematici illustrati mostrano una modifica dell’idrodinamismo costiero per l’ambito n. 5, anche se non significativo, tuttavia su questi progetti non si è ancora espresso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici; si ritengono pertanto opportuni approfondimenti ambientali con riferimento all’ambito omogeneo n. 5 a seguito del parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici”.

Questa lunga premessa ha prodotto la prescrizione n.1 riportata dal Decreto Ministeriale in esame che recita: “la documentazione che dovrà essere presentata dovrà dimostrare la compatibilità delle funzioni e delle attività portuali ivi previste, previa determinazione degli impatti cumulativi con le restanti opere e  funzioni del PRP e con il traffico attuale cittadino, ovvero dovrà dimostrare con documenti certi i tempi dell’attuazione della alimentazione elettrica delle banchine ai fini dell’azzeramento delle emissioni su atmosfera e rumore; dovranno inoltre essere approfondite le modellazioni per l’idrodinamismo e il ricambio idrico nell’ambito 5”.

Tradotto quanto sopra, secondo il Ministero dell'Ambiente, significa:
1. Sulle emissioni da navi da crociera nel porto di Spezia siamo all’anno zero (ma questa non è una novità come ho ampiamente dimostrato anche QUI
2. Gli interventi previsti per l’ambito 5 (stazione crocieristica compresa) dovranno avere una nuova valutazione di impatto ambientale
3. La nuova valutazione di impatto ambientale dovrà verificare  l’impatto di quanto previsto nell’ambito 5. sulla circolazione delle acque nel golfo, sulla qualità dell’aria nonché  sulla valenza storico architettonica della zona centro della città.
4. gli interventi previsti nell’ambito 5 possono costituire variante al Piano regolatore del porto e su questo dovrà pronunciarsi il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.



COME OCCORRE PROCEDERE RELATIVAMENTE ALLA REALIZZAZIONE DELLA  STAZIONE CROCIERISTICA
Come occorreva procedere correttamente e anche celermente è spiegato nel PRP , nella delibera del Consiglio Regionale che lo ha approvato a suo tempo, nella VIA del Ministero dell’Ambiente, nella applicazione corretta delle procedura di valutazione di impatto ambientale dei piani (la c.d. VAS), nelle buone pratiche scientificamente validate a livello internazionale come quella degli studi di impatto portuale.


Il tutto coinvolgendo la comunità cittadina interessata senza diktat o atteggiamenti presuntuosi, perché in questo golfo non opera solo la comunità degli operatori portuali ma tutta la comunità spezzina.
Peraltro le “accelerazioni” nella attuazione di certe scelte, fatte senza seguire procedure corrette di legge poi producono non solo violazioni di questa ma soprattutto danni alla stessa economia spezzina, quella che gli operatori portuali dicono di volere difendere. La vicenda dei dragaggi lo dimostra in modo incontrovertibile con tanto di sentenza della Cassazione a confermarlo o sono professionisti del no anche i giudici della Suprema Corte.


In questi post ho spiegato il mio modesto punto di vista su come si debba procedere su:
1. stazione crocieristica e waterfront: QUI;
2. attuazione del PRP: QUI;
3. fascia di rispetto: QUI;
4. emissioni navi nel porto: QUI;


Ma una questione che non va rimossa e che andrebbe affrontata nell’interesse generale, quindi anche quello degli operatori portuali, è quella del rischio di incidenti nell’ambito portuale come ho spiegato in questo post: QUI.



CONCLUSIONI
Quindi non si tratta di “bloccare” nessuna economia, tanto meno quella spezzina. Ma la comunità spezzina, in tutte le sue articolazioni di interessi, deve attrezzarsi per promuovere scelte ponderate, condivise e sostenibili ambientalmente ed economicamente. In primo luogo questo lo deve fare la nuova Amministrazione Comunale se non vuole ridursi a spettatore passivo di scelte di altri. Come dimostrano i contenuti espressi nei post sopra linkati gli aggettivi alle scelte sopra riportati non sono slogan ma metodo di governo delle scelte strategiche.

La recente riforma ex DLgs 232/2017 (vedi QUI) riduce ulteriormente il ruolo dei Comuni. Occorre compensare tutto ciò con con metodi di valutazione e decisione che favoriscano la condivisione perché valutare non è decidere ma mettere in condizione il decisore di fare scelte ponderate di tutti gli interessi in campo. Le migliori esperienze dai porti europei lo dimostrano... Il Porto non finisce nel perimetro delle banchine!


Questa città, lo dico e scrivo da tempo, merita un dibattito pubblico all’altezza delle scelte strategiche che ha di fronte. Questa città avrebbe bisogno di una GULF COMMUNITY e l'Amministrazione comunale la deve promuovere e sapere rappresentare non con i discorsi e gli slogan ma con l'azione amministrativa e di progettualità anche culturale nell'ambito delle sue competenze.

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