giovedì 10 novembre 2016

Inchiesta Porto Spezia: noterelle su responsabilità politico amministrative

L’Inchiesta sulla Autorità Portuale (di seguito AP)spezzina fa emergere un quadro inquietante anche solo leggendo sui quotidiani locali le intercettazioni, per non parlare delle accuse mosse dalla Procura nei confronti dei rappresentati principali di questo ente pubblico così rilevante per la nostra città.

Ma non è mia intenzione trattare in questo post l’inchiesta che sarà oggetto della azione della magistratura. Mi interessa invece capire se la gestione “allegra” come sembra emergere dalla inchiesta sia responsabilità di poche persone (gli imputati “eccellenti”) o derivi anche da una incapacità del livello politico burocratico ed imprenditoriale del settore a garantire una governance legittima e trasparente della AP.


In questo senso ho trovato piuttosto insopportabili alcune dichiarazioni, come quella del Sindaco di Spezia, che tende immediatamente a scaricare tutto sulla persona del Presidente e dei suoi diretti collaboratori le responsabilità politiche che sembrano emergere dalla inchiesta. Infatti quando si parla rivolgendosi al Presidente della Autorità Portuale affermando che:  “sta emergendo un tema riguardante poteri che tendono a costituirsi come autocratici e non trasparenti”   (Intervista al Secolo XIX del 4 novembre scorso) si da un giudizio di responsabilità politico amministrativa pesante senza però spiegare (al di la delle battute sui giornali) cosa la Amministrazione Comunale ha fatto non negli ultimi mesi ma in tutti questi anni di Presidenza Forcieri per limitare questa presunta o reale autocrazia.

Ancora una volta si confondono, volutamente a mio avviso, le eventuali responsabilità penali (che dovranno essere vagliate e sancite dalla Autorità Giudiziaria) con quelle politico amministrative e soprattutto si scaricano solo su chi è coinvolto nella inchiesta giudiziaria rimuovendo il contesto istituzionale in cui gli eventuali reati sono stati commessi.

Il tutto ricorda molto da vicino la vicenda di “Parcopoli” (l’inchiesta sul Parco delle 5Terre) che, se ha individuato le responsabilità penali, non ha portato ad una seria autocritica sulle responsabilità politico amministrative soprattutto da parte dei partiti che hanno governato direttamente o indirettamente il Parco delle 5Terre come ho spiegato in questo post QUI.

D’altronde sulla rimozione delle responsabilità politico amministrative abbiamo assistito ad un esempio da manuale recentemente per la vicenda del processo sull’alluvione di Genova e la relativa assoluzione dell’ex assessore regionale Raffaella Paita, sulle cui responsabilità amministrative non certo penali (ripeto quelle sono compito della magistratura) ho scritto in tempi non sospetti QUI.

Ma rimuovere queste responsabilità anche questa volta contribuirà per l’ennesima volta a mantenere lo stato di opacità amministrativa che caratterizza gli enti pubblici spezzini a qualsiasi  livello. Qui sta il male che corrode la politica spezzina da decenni: una gestione del potere paramafiosa (sul concetto ho spiegato tutto in questo post, vedi QUI). 

Ma veniamo al sodo intanto prima questione ma Il Presidente della AP ed il Segretario nonché il “cerchio magico” intorno a lui poteva essere l’unico collettivo decisionale senza controlli ulteriori?  Ovviamente il mio ragionamento si svilupperà nel quadro della legge 84/1994 prima della recentissima riforma che peraltro non cambia molto sotto il profilo del mio ragionamento in questo post sia nelle funzioni che nella composizione del Comitato Portuale per la parte politica (restano membri rappresentanti dei Comuni interessati nonché la Regione nel caso spezzino due perché la nuova Autorità coinvolgerà anche il porto di Carrara).


IL COMITATO PORTUALE
E’ un organo della AP con poteri rilevanti. Ed è composto, fino alla attuale inchiesta, dai Sindaci dei Comuni presenti nella fascia demaniale portuale (Spezia Lerici Portovenere) nonché dalla Regione oltre che da rappresentanti della Camera di Commercio e degli operatori portuali e dei sindacati dei dipendenti, nonché da rappresentanti del Ministero delle Finanze e Infrastrutture nonché il Comandante della Capitaneria.   
Ma, al di la della composizione formale del Comitato, se i suoi membri vogliono svolgere le loro funzioni, questo organo è il vero motore della funzione di indirizzo operativo e di controllo di questo Ente. Insomma il Presidente diventa un “dominus assoluto” solo se i membri del Comitato rinunciano a svolgere la loro funzione come d’altronde accadde nel Consiglio di Amministrazione del Parco 5 Terre dove tutti, compresi i rappresentanti delle associazioni ambientaliste, dormirono sonni tranquilli invece che controllare la gestione del Parco.
Tornando alla AP la migliore definizione del ruolo potenzialmente integrato tra Presidenza e e il Comitato Portuale la fornisce una autorevole studiosa di governance amministrativa dei porti di interesse nazionale: Anna Maria Citrigno della Università di Messina che nel suo  Autorità Portuale profili organizzativi e gestionali (ed Giuffrè 2003) così si esprime (pag. 79): “Si tratta pur sempre di un organo di amministrazione pubblica e, pertanto, procedimenti e atti saranno ad evidenza pubblica. Ciò significa che è importante l’impulso che riuscirà ad imprimere il Presidente  come pure la “vivacità” del Comitato Portuale. Su questi due organi riposa l’efficienza della azione pubbica e la produttività e  sviluppo della struttura portuale. Ma il sistema è più complesso in quanto prevede la vigilanza del Ministero delle Infrastrutture e il controllo della Corte di Conti”. Come si vede ci sono tutti!

Ma quali sono le competenze (ex articolo 9 della legge quadro sui porti che restano anche nell’ultima versione della legge 84/1994):
a) Pianificazione programmazione attività portuale
b) relazione annuale sulla attività di gestione del porto e quindi della AP compresa la gestione dei servizi generali
c) concessioni servizi generali (come definiti dal decreto ministeriale del 1994 e s.m.i) tra questi quello manutenzioni, rifiuti, ma anche informatici
d)concessioni banchine sopra i 4 anni di durata
etc.

Insomma come si vede funzioni che volendo tornare per un attimo alla inchiesta in corso dimostrano non una responsabilità penale dei membri del Comitato ma semmai che (se tutte le accuse per ora formulate dalla Procura si dimostrassero fondate e arrivassero a sentenza) i membri del Comitato non  hanno saputo o voluto (cambia poco a mio avviso)  svolgere correttamente le loro funzioni anche in chiave di controllo sulla attività della Presidenza e della segreteria della AP.



Ma c’è di più  perché chi accusa oggi l’ex Presidente della AP di autocrazia dovrebbe fare un esame di coscienza su tutti gli atti non trasparenti per non dire potenzialmente illegittimi in alcuni casi, che ha lasciato correre in tutti questi anni comprese palesi ommissioni quanto meno di valenza amministrativa.

LA QUESTIONE DELLA INCOMPATIBILITÀ DEL PRESIDENTE ORA DIMISSIONARIO
Lorenzo Forcieri, se si fosse applicata con correttezza la norma di legge in vigore al momento della sua prima nomina (il Presidente AP è nominato dal Ministro di intesa con la Regione ma su proposta dei Comuni in primis Spezia), non poteva essere incaricato. Lo ha confermato ampiamente una sentenza del Consiglio di Stato e successivamente della Cassazione che ha statuito l’inesistenza del vizio di giurisdizione nella sentenza dell’organo di Palazzo Spada come ho spiegato QUI.


IL FALLIMENTO PILOTATO DEL TAVOLO DI ATTUAZIONE DEL PRP
Un tavolo nato per coinvolgere la comunità dei cittadini residenti nel confronto sulle fasi di attuazione del Piano Regolatore del Porto. Un tavolo promosso da un ordine del giorno del Consiglio Regionale e che non ha mai funzionato per volontà del Presidente Forcieri con l’avvallo attivo e passivo del Comune di Spezia, vedi  QUI.


LA VIOLAZIONE DELLA NORMATIVA SULL’ACCESSO CIVICO E LA TRASPARENZA DA PARTE DELLA AP
E dove erano gli attuali accusatori della “autocrazia Forcieriana” visto che fino ad oggi la AP continua a non pubblicare moltissimi atti in violazione della normativa sulla Trasparenza?
Vedi QUI


LA CONCESSIONE CONTSHIP
Dove erano i critici attuali della scarsa trasparenza nella gestione della AP al momento del rilascio del rinnovo della concessione  alla Contship per altri 50 anni che prevedeva (nella istanza di rinnovo) il raddoppio dei Teu, il tutto:
1. senza rispettare procedure di evidenza pubblica, utilizzando lo strumento dell’accordo sostitutivo della concessione nonostante che anche recentemente il Consiglio di Stato abbia chiarito la necessità della procedura di evidenza pubblica anche senza ulteriori domande. Vedi QUI.
2. Ma anche senza rispettare la tempistica della delibera di approvazione del PRP e delle prescrizioni del Ministero dell’Ambiente: vedi QUI.


I MANCATI INTERVENTI A TUTELA DELL’AMBIENTE SULLE EMISSIONI INQUINANTI IN PORTO
E dove erano in questi anni i critici attuali di Forcieri mentre la AP non attuava sistematicamente la normativa in materia di emissioni da navi? Vedi QUI

E mi sono limitato ad esempi prevalentemente di rilevanza ambientale!


CONCLUSIONI
Abbiamo assistito in questi ultimi due anni relativamente al porto di Spezia ad una sorta di esibizione da parte del Comune di Spezia di una psicosi ambientalista da rischio di perdita del potere. Ne è un esempio clamoroso la polemica Federici v/s Forcieri sulla stazione crocieristica. Il Sindaco aveva di fatto avvallato da tempo il progetto del Presidente della AP attaccando furiosamente qualche anno prima l’ex Presidente della Provincia che criticava quel progetto. Improvvisamente e con motivazioni, amministrativamente molto confuse, il Sindaco si scopre ambientalista e non vuole più quel progetto troppo cementificatore dimenticandosi della cementificazione del golfo prevista dal PRP.  Vedi QUI.

Al di la quindi della Inchiesta della Procura, che prenderà la direzione secondo ruoli e funzioni dei diversi organi della Autorità Giudiziaria, emerge un dato quello si autocratico di cui sono responsabili tutte le istituzioni quindi anche Comune di Spezia e Regione. Il dato è che in tutti questi anni la discussione sul futuro del porto di Spezia non ha coinvolto la città ma la città ha subito scelte decise da gruppi ristretti di interesse con l’avvallo passivo della classe politica dirigente di questa città.
Questo nonostante i traffici portuali non siano messi benissimo, e nonostante la problematica delle grandi navi, dei noli bassi di cui ha trattato QUI
E risultano ridicole quindi le critiche al Presidente Forcieri esternate persino dalla presidente di Spezia Port service che cerca in modo assurdo di dare la responsabilità della crisi dei traffici nel porto di Spezia alla Presidenza AP come se non sapessimo tutti come stanno le cose a livello internazionale su questo aspetto.

Insomma inchiesta penale a parte, sotto il profilo politico amministrativo,  le prime dichiarazioni ufficiali dei diversi politici e rappresentanti del sistema di potere di locale ma anche quelle delle settimane precedenti, dimostrano per l’ennesima volta come la attuale classe dirigente politica amministrativa ma anche in parte imprenditoriale  non sia all'altezza per dare risposte che non riproducano situazioni come quella a cui stiamo assistendo in questi giorni.














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