lunedì 20 giugno 2016

Esercitazioni antiterrorismo nel golfo della Spezia e rimozioni del rischio

Esercitazioni antiterrorismo nel golfo di Spezia: "Addestrare gli equipaggi alla protezione delle acque nazionali e dei porti dalla minaccia terroristica”........... a mio modesto avviso il rischio terrorismo nel nostro golfo si riduce anche applicando la normativa sulle industrie a rischio di incidente rilevante e riducendo quindi i fattori di rischio di incidente industriale ma per ora come ho già scritto più volte nel nostro golfo e nel nostro porto il rischio è rimosso e con lui anche una buona parte della normativa per non parlare della informazioni del pubblico. Ecco perché…..

Intanto con una modifica legislativa passata inosservata i porti commerciali sono stati esclusi dalla normativa sui rischi di incidenti rilevanti. Il Decreto Legislativo 105/2015 ha abrogato il decreto ministeriale 16 maggio 2001, n. 293 che disciplinava il rapporto di sicurezza che la autorità portuale doveva presentare e aggiornare per valutare in termini cumulativi (rispetto a tutte le attività a rischio nei porti) il rischio industriale. Il Decreto era uno strumento di garanzia in più per cittadini, peraltro totalmente disinformati su questa normativa...... la lobbie portuale chiedeva da anni l'abrogazione di questo decreto che conteneva strumenti importanti di prevenzione e informazioni sui rischi di incidenti nelle aree dei porti commerciali di interesse nazionale come quello di Spezia (vedi QUI).


Alla suddetta modifica legislativa occorre aggiungere la carenza informativa da parte della Autorità Portuale in materia con la mancata, ad oggi,pubblicazione sistematica di una serie di documenti fondamentali per capire il rispetto della normativa sulla prevenzione dei rischi di incidenti rilevanti, vedi QUI.

Relativamente al Rigassificatore di Panigaglia permangono significative violazioni o comunque mancati adeguamenti alla vigente normativa in materia di industrie a rischio di incidente rilevante come ho spiegato in questo post (vedi QUI).
Un impianto, quello di Panigaglia, che avrebbe già dovuto essere ricollocato da anni e per il quale già la Regione Liguria aveva espresso un chiaro no alla Intesa per il suo ampliamento qualche anno fa. Impianto che come è noto è attualmente in contrasto con tutti gli strumenti di pianificazione vigenti, a cominciare dal Piano paesaggistico, che ne prevedono la dismissione concordata non certo l’ampliamento sia pure nella forma nuova ora prospettata da Snam.
Un impianto, quello di Panigaglia, per il quale ad oggi il Comune di Porto Venere non rispetta i propri compiti in materia di pianificazione della presenza del rigassificatore nel territorio comunale nonché di informazione al pubblico in materia, come ho spiegato QUI.
D’altronde già l’amministrazione comunale precedente in sede di rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale al rigassificatore, non aveva espresso l’obbligatorio Parere Sanitario di competenza specifica del Sindaco.


La vicenda della nave militare con materiale nucleare che all’inizio del 2014 ha attraversato il nostro Golfo ha dimostrato come sul trasporto di materiali pericolosi nel nostro territorio manchi una adeguata informazione preventiva e soprattutto che le istituzioni preposte (Prefetto, Comune in primo luogo) tendano volutamente a rimuovere i loro compiti e responsabilità trincerandosi dietro “segreti militari” che in gran parte non esistono come ho dimostrato QUI.
Nonostante ciò il Comune di Spezia ha continuato a sostenere la tesi della riservatezza che è in gran parte infondata, vedi QUI.


Nonostante quanto sopra si prevede, per il golfo di Spezia, un nuovo progetto (Small Scale LNG) che mira a far diventare l’impianto di  Panigaglia  uno dei punti di distribuzione di ingenti quantità di GNL (gas naturale liquefatto ) sia per autotrazione che come combustibile per navi container etc. Un progetto che oltre alle criticità già esposte sopra ne contiene delle ulteriori oltre la rimozione di dati oggettivi e normativi:
1. di fatto costituisce un ampliamento e consolidamento del rigassificatore esistente;
2. per rispettare gli obiettivi della Direttiva 94/2014 sull’uso del GNL nel trasporto su gomma e su nave non è indispensabile utilizzare il terminale di rigassificazione di Panigaglia. Questo spiega anche la disposizione in base alla quale gli Stati Membri dovranno definire i porti che dovranno fornire accesso ai punti di fornitura del GNL in relazione alla domanda di mercato;
3. sotto il profilo strettamente economico e logistico le navi a GNL in Italia non hanno ancora avuto uno sviluppo e a breve lo avranno probabilmente solo ed unicamente quelle per passeggeri (traghetti in particolare);
4. ad oggi non sono complete e soprattutto aggiornate le normative tecniche specifiche per la sicurezza di questi impianti soprattutto se collocati in impianti di rigassificazione;
5.  comunque non sono ancora stati approvati: sia il piano nazionale dei criteri di localizzazione dei punti di distribuzione del GNL sia soprattutto i singoli siti.

Infine, ritornando al rischio terrorismo, anche su questo aspetto e al di la delle esercitazioni militari di questi giorni, sussiste un problema enorme di trasparenza sulla gestione ordinaria della prevenzione del rischio soprattutto per gli obiettivi sensibili esistenti nel golfo.
Infatti i documenti ufficiali ad esempio relativi al rigassificatore di Panigaglia rimuovono il rischio di incidente catastrofico anche da attacco terroristico come ho spiegato QUI.
Non solo ma non esiste una adeguata informazione sul rispetto delle procedure per l'individuazione e la designazione di Infrastrutture  critiche europee (ICE),  nei settori dell'energia e dei trasporti, nonché le modalità di valutazione della sicurezza di tali infrastrutture e le relative prescrizioni minime di protezione dalle minacce di  origine umana, accidentale e volontaria, tecnologica e dalle catastrofi naturali. Si tratta del DLgs 11 aprile 2011, n. 61
Analizzando questa normativa (per un commento più approfondito vedi QUI) le domande che sorgono sono le seguenti:
1. è stata individuato il Rigassificatore di Panigaglia tra le infrastrutture critiche come si evince necessariamente dal testo del DLgs?
2. se è stato individuato come infrastruttura critica, è stata elaborata l’Analisi di rischio prevista dal DLgs specificamente per l’impianto spezzino?
3. è stato predisposto il Piano di Sicurezza conseguente alla Analisi di Rischio?
4. il Prefetto, quale responsabile locale delle infrastrutture critiche, sta esercitando la sua funzione prevista dal DLgs?
5. è stato verificato, dalla autorità competenti, il coordinamento tra Analisi di Rischio e Piano di Sicurezza con il Rapporto di Sicurezza previsto per l’impianto di Panigaglia?
6. esiste un Piano di Sicurezza per il porto (Il DLgs riguarda anche i porti come siti critici/sensibili) e se si questo Piano tiene conto anche del rischio legato al Rigassificatore in rapporto al resto delle attività portuali? 

Insomma ben vengano le esercitazioni militari ma come dire le Autorità civili non si nascondano dietro alle divise!


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