venerdì 29 gennaio 2016

Dragaggi: il gioco delle “tre carte” sulle mappe dell’inquinamento del golfo

Una delle motivazioni adotte da chi continua a sostenere che il dragaggio del golfo,  anche se fossero state violate le prescrizioni autorizzatorie, non ha prodotto danni gravi all’ambiente è quello per cui, soprattutto per il molo Fornelli, si è dragato in aree che non erano inquinate significativamente e quindi non erano da bonificare.  Questa tesi nasconde una finalità molto chiara: se non c’era necessità di bonificare le prescrizioni dovevano essere solo quelle per la normativa sui dragaggi (più permissiva di quella sulle bonifiche).

Il problema è che questa tesi non ha alcun fondamento e per smontarla è sufficiente mettere a confronto due mappe tratte dal progetto di bonifica del golfo nell’ambito della perimetrazione della parte a mare del sito di Pitelli: il c.d. Piano ICRAM (vedi  QUI  per il testo)


Come ho già più volte avuto modo di precisare  il Progetto Preliminare dell’ICRAM non è un semplice studio a valenza scientifica ma  è attuativo del Decreto Ministeriale che ha istituito e perimetrato il sito di bonifica di Pitelli a sua volta in attuazione della legge nazionale, all’epoca ancora il DLgs 22/1997 (articolo 17). Il Progetto è stato approvato con Conferenza dei Servizi del 24 marzo 2004.
Quindi quando contenuto in quel documento ha carattere prescrittivo per chiunque decida di avviare attività di dragaggio/bonifica del nostro golfo

Vediamole queste due mappe[1]:

La prima  (qui a sinistra) riguarda la classificazione sulla base della tipologia di inquinanti presenti, ai fini di un eventuale trattamento di decontaminazione:
1. sedimenti contaminati prevalentemente da metalli;
2. sedimenti contaminati prevalentemente da inquinanti organici. (pag. 113 doc ICRAM)
Le aree gialle sono anch’esse da bonificare ma hanno livelli di inquinamento meno elevati delle rosse.







La seconda (qui a destra) invece è la mappa complessiva (figura 68), che tiene
conto delle elaborazioni di tutti i dati ad oggi disponibili di ciascuno strato di sedimento, indicante la superficie su cui non risulta necessario effettuare interventi di bonifica (aree verdi), quella su cui invece ne viene evidenziata l’esigenza e le “aree di incertezza”[2] così come sopra definite (pag. 120). 











Conclusioni: risulta con chiarezza dalle mappe sopra riportate che sia per  il Molo Garibaldi che per il Molo Fornelli le aree di mare da dragare erano interessate da una presenza di inquinamento tale da comportare la bonifica dragaggio.
Quindi è certo che un non corretto dragaggio abbia potuto rilasciare sostanze inquinanti nel nostro golfo per entrambi i campi di dragaggio dei due moli. Ovviamente andrà dimostrata la esistenza di questo danno e il nesso di causalità e questo sarà oggetto della inchiesta in corso avviata come sappiamo ormai da mesi dalla Procura del Tribunale della Spezia. 





[1] FONTE: ICRAM (Istituto Centrale per la Ricerca  Scientifica e Tecnologica Applicata al Mare) - PROGETTO PRELIMINARE DI BONIFICA DELL’AREA MARINA INCLUSA NELLA  PERIMETRAZIONE DEL SITO DI BONIFICA DI INTERESSE NAZIONALE DI  PITELLI
[2] aree che potrebbero essere definite “aree di incertezza”, poiché in esse, essendo molto vicine alla costa e in prossimità di banchine, vi è un accumulo maggiore di sedimenti, e questo comporta che l’estensione delle elaborazioni relative alle aree limitrofe non risulti del tutto adeguata. Su tali aree, quindi, non si può escludere la necessità di una bonifica, e di conseguenza, prima di procedere a qualsiasi tipo di intervento, sarà necessario eseguire un ulteriore approfondimento di indagine. In considerazione delle caratteristiche delle aree specifiche, tale approfondimento potrebbe essere spinto anche oltre le profondità di indagine previste dal piano ICRAM. (pag. 105/106 doc ICRAM) 

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