martedì 1 settembre 2015

Regione Liguria: sul rischio alluvioni si risponda nel merito senza insultare!

Secondo l’assessore alla Difesa del Suolo della Regione Liguria,  le richieste di chiarimenti sugli indirizzi operativi in materia di difesa idraulica e idrogeologica richiesti dal gruppo consiliare 5stelle,  dimostrerebbero che questi ultimi continuerebbero: "a vivere nel paese delle meraviglie".


Dobbiamo dire che cambiano i suonatori ma l'arroganza maleducata da vertigine del potere resta? Sembrerebbe di si a leggere le suddette dichiarazioni dell'Assessore. 


Chiedere al Presidente e alla Giunta Regionale:
1. a che punto siamo con la attuazione delle mappe di rischio che sono altra cosa da quelle di pericolosità
2. una verifica di come la giunta regionale ha attuato la direttiva alluvioni valutando eventuali buchi operativi
3. verificare ed eventualmente intervenire con i propri poteri in relazione alla predisposizione di misure di tutela: “nel caso di aree a pericolosità idrogeologica non oggetto di adeguata copertura normativa nell’ambito degli strumenti di pianificazione vigenti” (ex articolo 33 della legge regionale 41/2014);
4. a che punto è il Piano gestione rischio alluvioni che doveva essere approvato nel giugno 2015;
5. di rivedere l'eccessiva discrezionalità, delegata ai Comuni, per le verifiche per gli interventi assentibili anche in aree collocate nelle mappe di pericolosità,  così come attualmente previsto dall’articolo 4 allegato I alla DGR 59/2015

Ebbene chiedere queste cose è ben altro che chiedere l'elenco degli interventi di emergenza snocciolati dall’Assessore in un comunicato ai mass media.

Come è noto questo Paese, e la Liguria in particolare, ha vissuto fino ad ora nella permanente predisposizione di interventi di emergenza...... certamente necessari ma non sufficienti per affrontare radicalmente la problematica drammatica del rischio idraulico e idrogeologico.

Sarà un caso o risponde ad una logica strategica ben concreta se la Direttiva alluvioni (vedi QUInelle sue premesse affermi al punto 3:  “Ridurre i rischi di conseguenze negative derivanti dalle alluvioni soprattutto per la vita e la salute umana, l’ambiente, il patrimonio culturale, l’attività economica e le infrastrutture, connesse con le alluvioni, è possibile e auspicabile ma, per essere efficaci, le misure per ridurre tali rischi dovrebbero, per quanto possibile, essere coordinate a livello di bacino idrografico.”

Sarà un caso se sempre nella detta Direttiva nelle sue premesse (punti n. 8 e n.9) si distinguono specificamente gli interventi di emergenza dalla valutazione delle politiche preventive relative agli usi idrici e territoriali?

Sarà un caso se la Direttiva prevede (punto 14 delle premesse) che: “i piani di gestione del rischio di alluvioni dovrebbero essere incentrati sulla prevenzione, sulla protezione e sulla preparazione”?

Sarà un caso se, al punto 18 delle premesse, la direttiva affermi che: “Gli Stati membri dovrebbero basare le loro valutazioni, le loro mappe e i loro piani sulle «migliori pratiche» e sulle «migliori tecnologie disponibili» appropriate, che non comportino costi eccessivi, nel campo della gestione dei rischi di alluvioni.”?

Ed infine sarà un caso se nel comma 6 articolo 7 del Decreto Legislativo che ha attuato la Direttiva alluvioni, si preveda che gli enti territorialmente interessati ( quindi in primo luogo comuni e province) si conformino alle disposizioni dei piani di gestione rispettandone le prescrizioni nel settore urbanistico?



CONCLUSIONI
Quindi l’Assessore prima di deridere le richieste di altri consiglieri dovrebbe rispondere alle suddette domande.  

Qualsiasi cittadino ligure è perfettamente consapevole che la nuova Giunta Regionale si è insediata da pochi mesi e quindi quasi tutti i buchi sopra menzionati sono responsabilità della Giunta precedente.  

Ma ogni cittadino ligure ha diritto di capire dove la nuova Giunta vuole indirizzare le politiche in difesa del suolo, come e con quali tempi rispetterà le scadenze delle nuova normativa sul rischio alluvioni.  

È un percorso non semplice ma dovrà essere affrontato per evitare che tra qualche anno , o forse ancora prima, si continui a parlare solo di provvedimenti di emergenza, utili per la propaganda ma non per mettere in sicurezza il territorio e i cittadini che lo abitano. 



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