giovedì 30 aprile 2015

Inchiesta spezzina sulle Navi dei Veleni: una archiviazione che sembra una rimozione!

Svolgendo indagini incomplete come è emerso in udienza, non utilizzando tutte le notizie e  gli indizi provenienti dalla voluminosa documentazione presentata da Legambiente e dal pool legale e tecnico che la ha sostenuta, la Procura di Spezia ha chiesto l'archiviazione dell'esposto che  voleva la riapertura  (sarebbe meglio dire la apertura) dello spezzone spezzino della Inchiesta sulle navi delle veleni.  Oggi il Giudice per le Indagini Preliminare ha emesso il decreto di accoglimento di questa richiesta.  

Lo ha fatto in una paginetta e mezza con la quale ha "riassunto" centinaia di pagine e di documenti prodotti da Legambiente all'interno del procedimento.  


Se uno legge le motivazioni di questo provvedimento di archiviazione ha netta la sensazione, anche senza essere un fine giurista, che nel Tribunale di Spezia  i cittadini attivi e i loro legali non devono portare solo indizi  documenti e fatti devono anche portare le prove dei reati....quelle prove che dovrebbe essere compito della Procura ricercare.

Quelle prove che come è emerso dalla dichiarazione del Procuratore in Udienza non sono state minimamente ricercate comprese le contraddizioni degli stessi ufficiali di PG sentiti dal PM tra quello che dichiararono a Spezia e quello che dichiararono in sede di audizione alla Commissione Parlamentare di Inchiesta sui rifiuti. Per non parlare delle contraddizioni riprese meccanicamente dal provvedimento di archiviazione, della Procura che ha teso a confondere i presunti ritrovamenti nelle banchine del porto con gli affondamenti delle navi fuori del golfo e comunque nel mediterraneo, navi ovviamente partite e/o transitate dal porto di Spezia.

Ovviamente io sono rispettoso delle istituzioni e quindi prendo atto della decisione del Tribunale spezzino, la rispetto formalmente ma ho il diritto costituzionale di criticarlo e lo sto cominciando a fare in questo post.

Ma in questa vicenda, per me e i colleghi che la hanno seguita, non è in gioco solo una vittoria professionale in termini meramente legali, è in discussione la informazione che su una vicenda così grave  deve arrivare ai cittadini. Una vicenda  che non possiamo dimenticarlo ha visto anche un omicidio, quello del capitano De Grazia, proprio mentre questa persona (incaricata dalla procura di Reggio Calabria)  veniva a concludere la inchiesta di PG a Spezia in relazione a quegli affondamenti  di cui, secondo il PM spezzino e ora il GIP, non si è mai avuta notizia.

Valuteremo sotto il profilo legale le future azioni da intraprendere ma una cosa è certa dalla enorme documentazione che abbiamo utilizzato emergono troppe notizie, atti, contraddizioni che non possono rimanere nei polverosi archivi delle commissioni parlamentari di inchiesta o ancora peggio della Procura spezzina. 

Quindi credo che sarà necessario tradurre tutta questa documentazione in un vero e proprio dossier per spiegare a tutti i cittadini, non solo spezzini perché questa è vicenda di livello nazionale se non addirittura internazionale,  quello che è emerso dalle carte processuali, quello che non è stato indagato con sufficienza, quello che poteva emergere da ulteriori indagini.

È un atto che dobbiamo  a noi stessi prima ancora che alla giustizia italiana, è un atto che dobbiamo alla memoria del capitano De Grazia e a tutti coloro che in questi anni si sono battuti tra mille difficoltà contro i traffici illegali di rifiuti nel nostro Paese.

Ma dall’atto di archiviazione emerge un dato comunque interessante, resta in piedi l’inchiesta relativa ai nuovi ritrovamenti di rifiuti stoccati illegalmente nelle colline di  Pitelli.  Su questo aspetto tornerò a brevissimo con un altro post.


P.S.
A dimostrazione della accuratezza con la quale il Gip ha esaminato le carte c’è un indizio se vogliamo curioso ma comunque indicativo…..il magistrato che ha steso l’atto ha perfino sbagliato il cognome del testimone ascoltato….    


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