sabato 11 aprile 2015

Enel chiude i gruppi a gas per aprire a biomasse/rifiuti!

Nel Documento di Economia e Finanza che il Governo sta preparando per accedere ai finanziamenti del piano  Junker della UE  (il piano di investimenti infrastrutturali per la crescita in Europa), finiranno sicuramente grosse richieste di finanziamento all’Enel per l’utilizzo delle biomasse nella generazione termoelettrica.

La questione potrebbe sicuramente riguardare anche la centrale di Spezia per tre concrete ragioni:
La prima è che con la dismissione dei gruppi a gas naturale si creerebbero spazi nuovi nell’area della centrale proprio per impianti ad utilizzo delle biomasse

La seconda è che esiste un progetto di co-combustione delle biomasse nella centrale di Spezia presentato in sede di domanda di AIA alla fine del 2006 e tutt’ora agli atti del Ministero dell’Ambiente ( si veda la apposita sezione della centrale di Spezia QUI nel file collocato nella sezione C6  allegati scheda C – domanda – documentazione del gestore). Il progetto mai ritirato dimostra il permanere da lunga data dell'interesse di Enel a questo settore.

La  terza è che è in vigore da tempo una normativa che agevola moltissimo la combustione di materiali provenienti dai rifiuti che vengono considerati come meri combustibili. 

Sulle due prime ragioni c’è poco da dire parlano i fatti  e le dichiarazioni ufficiali, vorrei invece soffermarmi sulla terza ragione.

La terza ragione si lega strettamente alle prime due ma anche alla restante sezione a carbone della centrale. Infatti se da un lato i rifiuti ( non quindi solo biomasse come spiegherò tra poco) potrebbero essere bruciati nella sezione a carbone, è altrettanto vero che i limiti per le centrali che bruciano carbone e rifiuti sono più stringenti rispetto alle centrali che bruciano solo carbone, come ho spiegato QUI, quindi potrebbe profilarsi l'ipotesi che venga pensato un impianto nuovo nell’area dove ora sono collocati i gruppi a gas naturale.  Ma è altrettanto possibile che si usino gli spazi attuali delle sezioni a gas per realizzare le strutture impiantistiche necessarie a bruciare la biomassa nella sezione a carbone esistente come risulta dal progetto presentato da Enel.

Ma in cosa consiste l’attuale progetto depositato da Enel presso il Ministero dell’Ambiente?



IL PROGETTO DI UTILIZZO DELLE BIOMASSE PRESENTATO PER LA CENTRALE DI SPEZIA
La relazione tecnica al progetto fa riferimento a cippato di legno vergine ma anche ad esempio sansa esausta di olive che è classificato come rifiuto nella vigente normativa.
Ma soprattutto occorre precisare che la relazione progettuale prevede una serie di interventi in vicinanza del gruppo 3 (quello a carbone che resterà)  consistenti in particolare nella realizzazione di un impianto di movimentazione, stoccaggio, macinazione ed invio in caldaia della biomassa, si tratta di un impianto di polverizzazione che viene utilizzato anche per bruciare CDR nella centrale come dimostra la esperienza della centrale enel di Fusina, per la quale recentemente è stato proposto il raddoppio del consumo del CDR.
A conferma della logica che sta dietro queste soluzioni di importare quantità sempre maggiori di rifiuti fuori dell'ambito provinciale da bruciare nella centrale, risulta dal progetto Enel per la centrale di Spezia che solo il 20/30% del combustibile da rifiuto  trattato nel suddetto impianto verrà dalla zona locale il resto da fuori della provincia spezzina!


  
IL RISCHIO CSS
Il Decreto  n.22 del 14 febbraio 2013 stabilisce che il combustibile derivato da rifiuti possa, a certe condizioni stabilite dal decreto stesso,  non essere più classificato come rifiuto ed essere in questa nuova veste bruciato nelle centrali termoelettriche. Questo combustibile si chiamerà combustibile solido secondario (CSS).
Quali  rifiuti sono ammessi per la produzione del CSS:
1. I rifiuti urbani
2. I rifiuti speciali non pericolosi
3. Materiali non classificabili come rifiuti sempre che non siano classificati come pericolosi ai sensi del regolamento (CE)  n.1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008,  relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e delle miscele.
Quindi se Enel decidesse di sfruttare gli spazi degli attuali gruppi a metano per realizzare le strutture necessarie a bruciare  questo CSS nella sezione a carbone non dovrebbe neppure chiedere una nuova autorizzazione  (AIA), sarebbe sufficiente una semplice comunicazione da trasmettere da parte  dell'utilizzatore (Enel)  all'Autorità Competente  (nel caso della centrale spezzina: Ministero dell’Ambiente) almeno sessanta giorni prima dell'effettivo utilizzo di detto CSS.
Non solo ma in base al testo del Decreto non si sono più limiti quantitativi precisi per il CSS da bruciare nella centrale, il quale quindi essendo semplice combustibile e non più rifiuto potrà girare tranquillamente per tutta l'Italia con il rischio di trasformare le centrali autorizzate a bruciarlo dei megainceneritori !!!
Per una analisi più approfondita del decreto sul CSS vedi  QUI



CONCLUSIONI
La mia  è una ipotesi di fantasia? Purtroppo non credo proprio le tre ragioni che ho esposto sopra sono molto concrete e d’altronde che ci sia qualcosa di strano lo dimostra un ulteriore fatto. Il Sindaco Federici già nella scorsa legislatura aveva affermato solennemente che il progetto sulle biomasse per la centrale era stato ritirato da Enel, in realtà, pur essendo passati anni (quasi 5), da quella dichiarazione, il progetto è sempre li nei documenti ufficiali della domanda di AIA nel sito altrettanto ufficiale del Ministero dell’Ambiente!
A questo possiamo aggiungere che il ciclo dei rifiuti urbani e assimilati a breve finirà nelle mani di un gruppo come IREN che notoriamente è molto interessato al ciclo di combustione dei rifiuti  come pure dei combustibili da essi derivati. 

Non solo ma Enel grazie alla subordinazione del Ministero dell’Ambiente ma soprattutto dei vari Governi di questi anni non ha mai neppure pensato di utilizzare il gas naturale in chiave di prevenzione sanitaria per i siti a rischio con centrali cioè in centri urbani densamente popolati e con particolari situazioni meteo ed epidemiologiche. Invece il gas naturale è stato utilizzato solo ed unicamente in chiave di politica industriale a volte usando forzatamente la "scusa" dei vincoli della Borse elettrica altre della domanda di punta.
In questo modo Enel ha violato, non la Borse elettrica,  ma una norma di legge precisa e cioè il Decreto  di autorizzazione del 1997 che prevedeva:
1. L’obbligo di utilizzo del gas naturale in tutte le fasi di avviamento dei gruppi e nelle condizioni atmosferiche avverse (lettera a) punto 5 articolo 2)
2. L’obbligo di predisporre un regolamento di esercizio nel quale dovranno esplicitate le procedure e le modalità d’uso del gas naturale, oltre che per l’avviamento anche per i periodi di criticità ambientale rilevati dalla rete di monitoraggio delle immissioni e sulla base del comportamento meteo-diffusivo dell’area spezzina.

Come è noto lo stesso studio dell’Istituto Superiore di Sanità ha più volte rilevato le situazioni di criticità ambientale suddette ma nulla è stato fatto da Enel per evitarle come gli chiedeva la autorizzazione e nulla si continua a fare peraltro almeno allo stato attuale. 



P.S.
Una ultima cosa: Attenzione che le sezioni a gas della centrale di Spezia nel prossimo futuro, e in attesa della loro concreta dismissione, non vengano utilizzate come impianti di emergenza ai sensi della normativa che ho descritto QUInormativa che prevede ampie deroghe ai vincoli ex lege in materia di emissioni inquinanti.









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