domenica 20 dicembre 2015

Le scadenze e la revisione dell’AIA anche per la centrale Enel di Spezia

Come ho scritto in un post precedente (che trattava specificamente della prospettata chiusura della centrale Enel spezzina vedi QUI) non esiste più una norma specifica sulla scadenza della singola autorizzazione integrata ambientale (AIA).
La normativa  è cambiata completamente ed è sicuramente migliorata sempre che di dovere avrà voglia di applicarla.
Sarebbe quindi necessario che non si mettessero in giro notizie confuse che si rifanno alla previgente normativa che prevedeva una scadenza precisa della singola AIA di 5 o al massimo 8 anni nel caso in cui l’impianto avesse avuto la eco registrazione  europea EMAS.

Vediamo invece come sono cambiate le cose su questo aspetto della normativa che ha un grande rilievo anche per la discussione aperta in città sulla prospettata chiusura della centrale Enel nel 2021.
Avere chiaro il quadro giuridico amministrativo è fondamentale per svolgere una discussione trasparente ma anche efficace sotto il profilo legale ma soprattutto della tutela della salute dei cittadini spezzini. 

sabato 19 dicembre 2015

Altro che futuro pensiamo al presente a carbone della centrale enel!

Leggo in rete affermazioni giuridicamente confuse sulla scadenza dell'aia della centrale enel..... voglio essere molto chiaro.....
Le scadenze dell'AIA ex lege costituiscono termini ordinatori..... il che vuol dire che una volta scaduta l'AIA non è che automaticamente la centrale viene chiusa anche se questo avvenisse prima della strombazzata data del 2021 ( a cui io non credo, vedi QUI, ma come dire vedremo...).
Per un commento giuridico sulla nuova disciplina delle scadenze dell'AIA per i singoli impianti vedi QUI

martedì 15 dicembre 2015

Limiti del dibattito pubblico nelle decisioni a Spezia: la città che vorrei

Le domande che emergono dalla ultima vicenda della prospettata demolizione di una nave militare nell’Arsenale spezzino, ma lo stesso potremmo dire di altre vicende del passato e del presente spezzino (Piazza Verdi, AIA centrale Enel, discariche di Mangina e ora di Saturnia, attuazione piano regolatore del porto, gestione delle cave, bonifica area ex IP, bonifica sito pitelli, impianto rifiuti di Saliceti, etc.) sono le seguenti:

domenica 13 dicembre 2015

Demolizioni in Arsenale Militare: la sicurezza non è una variabile dipendente

Sulle demolizioni delle navi in Arsenale Militare,  il Presidente della Autorità Portuale, colpito improvvisamente dal virus "ambientalista", dichiara sul quotidiano La Nazione di oggi: "Ho timori per la sicurezza"...... evidentemente per il Presidente la sicurezza in porto diventa un problema solo quando si propone qualcosa che non "piace" a lui..... Ma la sicurezza, egregio Presidente, non è una variabile dipendente.

venerdì 11 dicembre 2015

Inchiesta su fondi Enel a Piazza Verdi: una risposta al Sindaco Federici

Sull'inchiesta aperta per il trasferimento di fondi dalla convenzione Enel al progetto di piazza verdi, il Sindaco Federici dichiara:  La Convenzione socioeconomica sottoscritta con Enel non è stata certo la moneta di scambio per il rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e neppure formalmente è stata parte della procedura di rilascio di competenza del Ministero dell'Ambiente.

Quanto affermato dal Sindaco non risponde al dettato normativo.
Infatti, e non a caso viene da scrivere, la Convenzione di cui stiamo trattando, è prevista dal comma 15 dell’articolo 29-quater del DLgs 152/2006. Questo articolo nella sua rubrica recita:“Procedura per il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale”. Ora il dotto giurista di turno in Comune potrebbe obiettare che la rubrica di una articolo di legge non è la legge stessa secondo il brocardo latino: “Rubrica legis non est lex” e in caso di contrasto con il contenuto dell’articolo prevale quest’ultimo.
Quindi tutto a posto ha ragione il Sindaco? Non credo proprio, vediamo perché...

martedì 1 dicembre 2015

I metodi di dragaggio non sono a discrezione degli ingegneri della Autorità Portuale

Nella audizione alla Commissione Consiliare del Comune di Spezia  gli ingegneri rappresentanti la Autorità Portuale hanno, tra l’altro, affermato: “IL METODO che abbiamo usato per il dragaggio alla Spezia è il più sicuro e meno impattante per una realtà come la nostra”.

Francamente questa affermazione  appare, così come è stata formulata in audizione, quanto meno apodittica in quanto non motivata da una adeguata istruttoria tecnica.

Ma questa istruttoria è solo una richiesta generica dei critici della Autorità Portuale? Non direi.  Costituisce invece una vera e propria prescrizione contenuta nel Documento dell’Icram del 2006.

In particolare  il Progetto Preliminare dell’ICRAM non è un semplice studio a valenza scientifica ma  è attuativo del Decreto Ministeriale che ha istituito e perimetrato il sito di bonifica di Pitelli a sua volta in attuazione della legge nazionale, all’epoca ancora il DLgs 22/1997 (articolo 17). Il Progetto è stato approvato con Conferenza dei Servizi del 24 marzo 2004.
Quindi quando contenuto in quel documento ha carattere prescrittivo per chiunque decida di avviare attività di dragaggio/bonifica del nostro golfo.
Vediamo perché......

mercoledì 25 novembre 2015

Possibile attacco terroristico al rigassificatore di Panigaglia: quale sicurezza?

Rischio terrorismo: possibile attacco al rigassificatore di Panigaglia.....le istituzioni preposte dichiarano che interverrebbero in tempo i militari a cominciare dagli incursori del ComSubIn...... siamo sicuri? e soprattutto siamo certi che sia sufficiente un intervento militare o la questione è più complessa a partire dalla situazione attuale del rigassificatore e dello stato di attuazione della normativa sulle industrie a rischio di incidente rilevante ma anche di quella sulla tutela delle infrastrutture critiche cioè proprio quelle a rischio terrorismo o comunque ad azione umana diciamo "sconsiderata".

martedì 24 novembre 2015

Emissioni nel porto di Spezia tra annunci e ritardi persi 8 anni!

La Autorità Portuale annuncia per l’ennesima volta un progetto di elettrificazione del porto al fine di ridurre le emissioni da navi che attraccano ai moli spezzini ma anche dei mezzi di movimentazione che operano a terra nello scarico carico dei container.
Non è una novità: il 2 Febbraio 2010 Autorità Portuale ed Enel SpA firmarono un protocollo con gli stessi obiettivi che doveva valere fino al giugno 2013. Questa data è stata ampiamente superata senza alcuna realizzazione di quanto contenuto in quel Procollo ormai vecchio di oltre 5 anni, quasi 6 possiamo dire.

Sarà questa la volta buona? Vedremo ma intanto il punto è che questi annunci vengono fatti senza che si chiarisca:
1. perché il Porto di Spezia  sia così in ritardo nell’attuare non solo la normativa europea e nazionale ma anche gli stessi documenti ufficiali della UE in materia nonostante questi vengano citati anche nel Protocollo del 2010;
2. perché, nonostante la normativa che limita le emissioni nei porti sia molto datata,  ad oggi non sia chiaro se e come venga rispettata nel nostro porto;
3. perché non sono mai stati avviati sistemi di monitoraggio mirati sulle emissioni specifiche della navi e dei mezzi di movimentazione presenti nel nostro porto, limitandosi ad applicare monitoraggi standard sulla qualità dell’aria.

Vediamo partitamente cosa c’è dietro queste tre domande…

mercoledì 18 novembre 2015

Antenne Telefonia: Consiglio di Stato dice no nelle aree verdi

Il Consiglio di Stato con sentenza  n. 4188 depositata in data 8 settembre 2015 (vedi QUI), è intervenuto su una questione che vede spesso controversie tra  Comuni, comitati di cittadini e gestori della telefona mobile.

Il tema oggetto della sentenza  riguarda il potere del Comune di impedire la realizzazione di antenne di telefonia mobile in aree definite sensibili per ragioni sanitarie e/o paesaggistiche.

lunedì 16 novembre 2015

Inchiesta Pubblica Piano Spiagge Marinella: un Rapporto Finale non trasparente!

È stato resto pubblico il Rapporto Finale (vedi QUI) che il Comitato della Inchiesta Pubblica sul Piano Spiagge di Marinella di Sarzana ha predisposto all'interno della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) di competenza regionale. 
Il Comitato è formato dal Presidente nominato dalla Regione Liguria, da un rappresentante del Comune di Sarzana e da un rappresentante delle associazioni ambientaliste tradizionali (Legambiente e Italia Nostra).

Non entro nel merito dei contenuti del Rapporto non per reticenza ma proprio perché il Rapporto deve essere espressione del dibattito reale della comunità locale interessata dal Piano, ed anche perché sul merito, anche da un punto di vista ambientalista, sono state presentate osservazioni molto ben argomentate come quelle del Comitato Sarzana CHE BOTTA!. 

Le note che seguono vogliono invece analizzare sotto il profilo metodologico, nei percorsi partecipativi premessa di corretta gestione dei contenuti che emergono dagli stessi, le modalità con le quali questo Rapporto Finale è stato concluso e comunicato.  

mercoledì 11 novembre 2015

Autorizzazione ambientali e compatibilità urbanistica

Spesso nelle pratiche autorizzatorie, da parte dei diversi enti pubblici competenti, si continua a sostenere la tesi che ci può essere rilascio di autorizzazioni ambientali anche in assenza di compatibilità urbanistica.

Non solo ma ad integrazione della suddetta tesi si sostiene che comunque l’Amministrazione Pubblica per negare la autorizzazione ambientale ad una attività potenzialmente inquinante non può limitarsi a sostenere che tale attività  è incompatibile con la destinazione urbanistica definiti dai piani locali, ma deve svolgere una valutazione specifica relativamente alla possibilità che una attività, se pure non conforme alla destinazioni urbanistiche ammesse in zona, non sia comunque radicalmente contrastante con le stesse. A tal fine si usa la sottile distinzione tra conformità e compatibilità urbanistica.

Una interessante sentenza del TAR Liguria n. 88 del 2015 (vedi QUI), ricostruendo al giurisprudenza in materia del Consiglio di Stato, da una risposta ad entrambe le questioni sopra riportate

sabato 7 novembre 2015

Consiglio di Stato su Marina del Canaletto e PRP: riflessioni giuridiche e politiche



L'Autorità Portuale ha vinto in consiglio di stato (vedi QUI e QUI) contro il ricorso sulla controversia della anticipazione dell'attuazione del PRP (Piano Regolatore del Porto) nell'area della Marina del Canaletto. Come si dice in questi casi: prendo atto della sentenza. 
Però continuo a non capire alcune questioni di ordine generale che vado a spiegare di seguito. 

giovedì 5 novembre 2015

Corte di Giustizia sulla responsabilità del proprietario dei terreni da bonificare


Con sentenza del TAR numero 835 dello scorso 22 ottobre 2015 (vedi QUI) la società Termomeccanica della Spezia ha vinto il ricorso al TAR contro le ordinanza del Comune di Borghetto Vara che gli imponevano la bonifica della discarica ritrovata in località Mangina.

La controversia riguarda, al di la delle questioni procedurali di tipo processuale, una questione di grande rilievo: chi è tenuto a bonificare un'area inquinata.


martedì 3 novembre 2015

La qualità dell’aria e le medie “fai da te” del Sindaco Federici

Il Rapporto Ecosistema Urbano 2015 ha rilevato un aumento dei biossidi di azoto nella qualità dell’aria del territorio comunale spezzino. 

Immediatamente è arrivata la smentita dell’Amministrazione Comunale che in comunicato ha testualmente affermato: “è stato un macroscopico errore materiale, commesso dai nostri operatori, nella trasmissione dei dati a Ecosistema Urbano. Invece che fornire come richiestoci la media annuale dei valori di biossido di azoto registrati dalle centraline posizionate sul nostro territorio è stata trasmessa la media dei rilevamenti massimi giornalieri.”

Le cose non stanno così e vi spiego perché....


Se noi andiamo a vedere la normativa sulla qualità dell’aria noteremo che le medie (annuali o come somma delle medie giornaliere) sono legate alle finalità che, il limite stabilito dalla legge per il singolo inquinante, vuole raggiungere.

Quindi ad esempio per rimanere ai biossidi di azoto:
per i valori limite abbiamo  la media di 1 ora e quella annuale (allegato XI al DLgs 155/2010). i valori limite sono quelli che valutano l’inquinamento in termini formali vale a dire se superi i limiti scattano obblighi precisi da parte delle autorità competente per farli tornare dentro i valori di legge

per le soglie di allarme la misurazione avviene sulle tre ore (allegato XII al DLgs 155/2010.  Le soglie di allarme sono i livelli di inquinanti oltre il quale sussiste un  rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per la popolazione nel suo complesso ed  il  cui  raggiungimento  impone di adottare provvedimenti immediati

per gli obiettivi di qualità  finalizzati a dimostrare la validità dei dati dei monitoraggi si prendono in considerazione le medie orarie, per tre ore, giornaliere e annuali (allegato I al DLgs 155/2010)

Ma al di la di questo dato quello che lascia sconcertati nella dichiarazione degli amministratori comunali è che  le media annuali vanno bene e non costituiscono “errori materiali” quando il dato fa fare bella figura, mentre quando applicando la legge si dovrebbero prendere in considerazione altre medie allora anche la legge può essere bypassata o comunque seguita solo per la parte di convenienza.

L’esempio in questo senso sono le PM10 le PM2,5 cioè le cosiddette polveri fini sotto una certa soglia di diametro misurato per micron.  Ora  secondo la classifica di Ecosistema Urbano il Comune di Spezia  è messo molto meglio che in quella dei biossidi di azoto. Questo perché il dato fornito in questo caso è quello della media annuale.  Peccato che la normativa (allegato XI al DLgs 155/2010) preveda, per le PM10, limiti da rispettare sia per la media giornaliera che per quella nell’anno civile.

In questo modo vengono fatte le medie annuali su scala comunale cioè la media tra le zone meno inquinate e quelle più inquinate. Soprattutto non si mette al confronto il dato che sarebbe ben più significativo quello del valore medio misurato nell'arco di 24 ore.  Ora oltre ad essere un metodo di rilevazione dei dati assolutamente in contrasto con la legge in materia, la cosa curiosa è che lo stesso Sole 24 ore, che pubblica il Rapporto, già nella presentazione del Rapporto di quattro anni fa, smentiva clamorosamente la logica delle medie su scala comunale, infatti, citando il DLgs 155/2010 in materia di qualità dell’aria, afferma testualmente: “la qualità dell’aria va valutata secondo zone uniformi per carico di emissioni, caratteristiche meteo climatiche e grado di urbanizzazione” (lettera d) comma 4 articolo 1), appunto !



Emissioni navi nel porto: ecco gli obblighi di legge da rispettare

Il Rapporto ecosistema urbano 2015 di Legambiente e Sole24ore (vedi QUIha rilevato che per  La Spezia ha avuto emissioni significative di biossidi di azoto. 

Niente di nuovo in quanto il ben più autorevole Rapporto Ispra  sulla Qualità dell’Ambiente Urbano  del 2014 aveva rilevato per la nostra città un aumento delle emissioni di ossidi di zolfo, vedi QUI, in particolare pagine 382 e 383. 
Peraltro quel Rapporto metteva l’accento anche sulle rilevanti emissioni (con superamenti dei limiti di legge, vedi pagina 400 e 401) di un altro inquinante, l’ozono, prodotto dalla reazione dell’ossido di azoto  e composti organici volativi con la luce solare, di cui si parla poco ma che è ufficialmente un cancerogeno. 

sabato 31 ottobre 2015

Discarica Lotto 6 di Sanremo: una procedura illegittima, rimossa la salute.

Il nuovo lotto (il sesto) della discarica pubblica provinciale per rifiuti urbani e assimilati in località Collette Ozotto, Comuni Sanremo e Taggia.  
Ho esaminato su richiesta dei cittadini che da mesi si battono contro questo progetto, l’iter  amministrativo che ha portato ad autorizzarlo.

Di seguito analizzo le principali illegittimità di questo iter che hanno costituito  il fondamento legale per presentare un esposto alla Procura di Imperia per chiedere il sequestro del cantiere ai sensi dell’articolo 321[Nota 1]  [Nota 2] del Codice di Procedura Penale.   

mercoledì 28 ottobre 2015

Consiglio di Stato: senza prevenzione sanitaria niente AIA

Come ho spiegato da tempo, in altri post di questo blog, all’interno della istruttoria che può portare al rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) deve emergere con chiarezza e con adeguati approfondimenti: la verifica del potenziale impatto dell’attività o progetto da realizzare (compreso anche il caso dell’ampliamento e/o modifica di installazione esistente) sulla salute dei cittadini residenti nell’area di impatto potenziale.

Questa necessità, in particolare nella procedura di rilascio dell’AIA, costituisce un obbligo di legge attuato attraverso il Parere obbligatorio del Sindaco territorialmente competente.

giovedì 22 ottobre 2015

Piano Spiagge, la Regione ammette: il piano dopo la VAS sarà rivisto

Martedì scorso in consiglio regionale si è discussa la Interrogazione che il Gruppo Consiliare Regionale di  5 Stelle (vedi QUIha presentato in relazione alla avvenuta approvazione, da parte del Consiglio Comunale,  del Piano Spiagge di Marinella di Sarzana prima della conclusione della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) da parte della Regione oltre che della Inchiesta Pubblica.

mercoledì 21 ottobre 2015

Piazza Verdi: il Comune aveva deciso da mesi lo scontro con il Ministero dei Beni Culturali

Ho avuto modo di leggere la copia degli atti e delle lettere  tra il Comune di Spezia e gli organi del Ministero dei Beni Culturali che si stanno occupando della richiesta di revisione del progetto di riqualificazione di Piazza Verdi alla luce della verifica dell’interesse archeologico svolta sulla piazza nei mesi scorsi.

Come è noto tutta la vicenda si è, per ora, conclusa con la decisione della Giunta Federici di impugnare al TAR l’atto delle Soprintendenze Archeologica e delle Belle Arti e Paesaggio con il quale si chiede al Comune di modificare il progetto secondo le prescrizioni in esso indicate.

Sulla legittimità o meno di questi atti e scambi epistolari ci sarà tempo per intervenire e anch’io esprimerò la mia opinione. Anche perché la documentazione che il Comune ha prodotto su richiesta del Consigliere Comunale Giulio Guerri risulta incompleta in quanto mancano quattro documenti fondamentali:
1. Relazione Soprintendenza Archeologica del 18/6/2015 prot. n. 330 che risponde alle richieste di chiarimenti del Direttore Generale Archeologia
2. Le 2 Relazioni della Soprintendenza Archeologica del 21/7/2015 prot. n. 8615 e del 27/7/2015 prot. n. 8837 che contengono la verifica preventiva dell’interesse archeologico della piazza
3. L’Atto di Indirizzo del Direttore Generale Belle Arti e Paesaggio del 31/7/2015 prot. n. 18289 che interviene sulle contraddizioni tra i ritrovamenti del Politeama e del quartiere del Torretto con la attuale visione della Piazza dopo i lavori svolti dal Comune



Quello che voglio invece dimostrare in questo post è, attraverso la analisi del testo dei documenti relativi a questa nuova controversia su Piazza Verdi, che il Comune aveva comunque deciso fin dall’inizio di non adeguarsi a qualsiasi decisione che sarebbe emersa dalla verifica dell’interesse archeologico da parte degli organi competenti del Ministero dei Beni Culturali. In sostanza c’è stata fin dall’inizio una pregiudiziale del Comune verso l’attività del Ministero e dei suoi organi questo nonostante che il Comune fosse in difetto fin dall’inizio visto che non aveva svolto la obbligatoria, per legge, verifica preventiva dell’interesse archeologico (vedi QUI). 

lunedì 19 ottobre 2015

Cassazione ribadisce:"gli odori si sentono dal naso". A Saliceti sembra di no!

Ancora una sentenza di Cassazione sulla problematica della tutela penale contro le emissioni odorigene anomale da impianti di trattamento rifiuti (altri esempi vedi QUI)

Con la recentissima sentenza n. 36905 dello scorso 14 settembre (vedi QUI)  la Cassazione ha confermato la sentenza del Tribunale che in primo grado ha condannato una azienda di trattamento rifiuti per la produzione di compost di qualità alle pene previste dall’articolo 674 del Codice Penale: getto di cose pericolose.

mercoledì 14 ottobre 2015

Corte di Giustizia UE: costi e diritti dei cittadini per accedere alle informazioni ambientali

La Corte di Giustizia della UE accogliendo in gran parte le tesi della Avvocatura UE (di cui avevo trattato QUIha fatto chiarezza, con la sentenza dello scorso 6 ottobre 2015 causa C-71/14, su quali siano i costi addebitabili al cittadino che chiede di accedere alle informazioni ambientali in possesso della Pubblica Amministrazione degli Stati membri.

La questione trattata dalla sentenza riguarda una domanda pregiudiziale posta alla Corte di Giustizia al fine di chiarire l’interpretazione di due norme della Direttiva UE 2003/4 sull’accesso del pubblico all'informazione ambientale (di seguito Direttiva, per il testo vedi QUIsecondo i principi della Convenzione di Aarhus sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale.

La sentenza ha chiarito che i costi addebitabili al cittadino per accedere alle informazioni ambientali che richiede devono essere ragionevoli e proporzionati alle sue condizioni economiche. A tali costi non possono essere aggiunti i costi che la Pubblica Amministrazione sostiene per costituire e gestire le banche dati di informazioni ambientali. Questa distinzione tradotta nella normativa italiana significa che al cittadino non possono essere addebitati i costi che la Pubblica Amministrazione sostiene per pubblicare i dati, gli atti e le informazioni in base alla normativa sul c.d. accesso civico (vedi QUI e QUI). Infine il cittadino deve avere il diritto di ricorrere contro le omissioni della Pubblica Amministrazione senza costi e difficoltà burocratiche eccessive. 

Questa in sintesi la sentenza che merita però una analisi più approfondita che sviluppo di seguito in questo post…..   

sabato 10 ottobre 2015

Indagini epidemiologiche "inutili" e la prevenzione sanitaria inesistente

Secondo l'assessore all'Ambiente del Comune di Spezia: "la responsabile ASL sostiene che non servono le indagini epidemiologiche". 

Non è accettabile che in una città come Spezia una affermazione del genere sia rilasciata così con un battuta in televisione.  
Intanto i signori dell'ASL avrebbero dovuto spiegare pubblicamente perchè non serve o il "popolo bue" non ha diritto di sapere ma solo di subire? MODALITA' DI COMUNICAZIONE INACCETTABILE!  

Ma il problema non è solo di modi di comunicare e/o di trasparenza, ma soprattutto di sostanza.

martedì 6 ottobre 2015

Il Consiglio Comunale di Sarzana vota il Piano Spiagge: delibera illegittima.

Oggi il Consiglio Comunale di Sarzana è stato convocato per approvare in via definitiva il Piano Particolareggiato degli arenili (Piano Spiagge) di Marinella di Sarzana.

La pratica non può essere votata per due motivi strettamente tecnico giuridici:

lunedì 5 ottobre 2015

Piano Spiagge Marinella: come redigere il Rapporto Finale della Inchiesta Pubblica

Sto seguendo, sia pure a distanza per ragioni personali,  l' Inchiesta Pubblica sul Piano Spiagge di Marinella di Sarzana e relativa procedura di Valutazione Ambientale Strategica (di seguito VAS). Voglio qui sottolineare alcune questioni metodologiche prioritarie che se non affrontate correttamente la faranno fallire a prescindere anche da eventuali volontà politiche negative presenti nelle Amministrazioni pubbliche interessate e non solo. 

Vediamole:  

sabato 3 ottobre 2015

Note su Inchieste Pubbliche nella VAS e fase di adozione di un Piano

All’ultima udienza della Inchiesta Pubblica sulla Valutazione Ambientale del Piano Spiagge di Marinella da parte dei rappresentanti istituzionali presenti si è sostenuto che un Piano urbanistico può essere adottato anche prima della conclusione di un percorso partecipativo avviato in precedenza come ad es. proprio la Inchiesta Pubblica di cui sopra.

Ora premesso che l’Inchiesta Pubblica non è obbligatoria nella procedura di VAS, una volta che l’Inchiesta è avviata questa deve poter incidere sulla conclusione della VAS. 

venerdì 2 ottobre 2015

Colline di Pitelli:nuovi rifiuti, vecchi rischi per ambiente e salute

Scoperti nuovi fusti di rifiuti pericolosi nelle colline di Pitelli fuori dalle zone fino ad ora censite ma non completamente caratterizzate...... era tutto prevedibile.....lo scrivevo lo scorso maggio quando avvennero i primi ritrovamenti "anomali" .......... questo modo di ritrovare ogni tot mesi qualcosa non può bastare occorre che le Autorità Pubbliche competenti intervengano e non lascino la questione solo in mano ad una magistratura che oltre gli interventi spot non ha mai voluto andare su Pitelli.


Voglio ricordare che ci sono due mozioni che dormono sonni tranquilli, pur essendo state approvate dal Consiglio Comunale (nel luglio 2014 vedi QUI) e dal Consiglio Regionale (ad inizio Agosto di questo anno vedi QUI)


Queste mozioni individuano una serie di azioni per avviare un piano di governo per la bonifica del sito di Pitelli.
In particolare quella del Consiglio Comunale era proprio dedicata alla vicenda dei primi ritrovamenti nella primavera del 2014. Ma la Giunta Federici, pur essendo passato oltre 1 anno, nulla ha fatto per attuare quanto approvato addirittura dagli stessi consiglieri di maggioranza.

giovedì 1 ottobre 2015

Snam di Panigaglia: il sindacalismo corporativo della CGIL

"Gli “esperti”, “ingegneri”, “fisici”, (detto con tono sprezzante) pur non conoscendo lo studio di fattibilità visto che ancora non c'è, si sono già sperticati a sostenere: “raddoppio mascherato, passeranno centinaia di camion sulla napoleonica, ecc.” così dichiara il sig David Nerini – del Direttivo Nazionale CGIL alla tavola rotonda sulla energia lo scorso 26 Settembre. Allora questo signore, maleducato peraltro come dimostra la dichiarazione sopra citata, pensa ancora come i padroni nell'800 che la scienza la competenza e la conoscenza siano patrimonio solo di chi gestisce una azienda..... che lo faccia un sindacalista come dire è un segno dei tempi.


In realtà nessuno dei critici al nuovo progetto di realizzare depositi di gnl per navi e autotrazione ha mai affermato che il deposito di gnl in se costituisca il raddoppio del rigassificatore…… questi sindacalisti moderni come i padroni amano disegnare i cittadini attivi come una sorta di luddisti moderni ma sempre ignoranti.


È ovvio che trattasi, del deposito e del rigassificatore, di due attività esistenti ma che non possono ovviamente essere considerate nettamente separate, vediamo perchè.....

sabato 12 settembre 2015

Il Comune spezzino fa causa al Ministro Bray: una vendetta giuridicamente infondata

L’Amministrazione Comunale spezzina dichiara che farà causa al Ministro Bray per il famoso “tweet” con il quale dichiarava che il Comune avrebbe dovuto svolgere la verifica di interesse culturale di Piazza Verdi prima di iniziare i lavori del progetto di riqualificazione della stessa.

A questo punto sorgono due domande inevitabili:
1. il Comune ha dei fondamenti legali forti per attivare questa causa e soprattutto chiedere poi un eventuale risarcimento danni all’ex Ministro?
2. la sentenza del Consiglio di Stato che dette ragione al Comune sul progetto Buren Vannetti contiene elementi che possano sostenere la tesi risarcitoria del Comune?


A mio avviso no e spiego perché:

giovedì 10 settembre 2015

Perché i platani di Sesta Godano non potevano essere tagliati

La vicenda dei platani di Sesta Godano dimostra, nel suo piccolo, la arroganza che ormai caratterizza il modo di governare di Sindaci che, eletti ormai quasi sempre da una minoranza di cittadini, pensano di avere una sorta di  diritto assoluto di governare per 5 anni a prescindere da un continuo confronto con tutti i cittadini che vivono nel territorio di un Comune e che a maggioranza sicuramente non lo hanno neppure votato. È come se la democrazia rappresentativa dopo le elezioni venisse sospesa.
D’altronde la “megalomania” di questo Sindaci (eletti dal popolo) la si riscontra nella risposta del Sindaco di Sesta Godano alla richiesta di Italia Nostra di sospendere il taglio dei platani, afferma il Sindaco: “Riguardando i nostri precedenti scambi, trovo infine un poco sgradevole la diffusione che si è scelto di dare alla “lettera aperta”…… cioè mi faccia capire Signor Sindaco perché la lettera doveva rimanere segreta? Forse perché in questo modo lei non sarebbe stato costretto a rispondere, come è vostro costume di voi Sindaci “unti” dal mandato elettorale?

Ma veniamo ai fatti di questa vicenda.  Il Sindaco per ragioni risibili, il solito progetto di riqualificazione della Piazza di turno, decide di tagliare i platani della piazza principale del paese. 
Come è noto in area urbana per un taglio di alberi sia in area pubblica che privata occorre il parere tecnico obbligatorio e vincolante dell’ufficio comunale ma sulla base appunto di una apposita perizia salvo che i vigili del fuoco intervengano per rischi di cadute imminenti.

martedì 8 settembre 2015

Impianto rifiuti pericolosi Follo: senza autorizzazione e fuori controllo

Ci sono problematiche ambientali discutibili, contestabili, ma ce ne sono alcune che sono intollerabili. Intollerabili perchè dimostrano il totale disprezzo delle leggi nonchè della salute e della qualità della vita dei cittadini, da parte delle Autorità Pubbliche. Ci sono esempi in questo senso nel nostro territorio come quello dell'impianto di Saliceti a Vezzano Ligure, di cui mi sono occupato spesso anche su questo blog,  con le sue emissioni odorigene pluriennali nel totale disinteresse di Acam e Provincia e nella passività del Comune di Vezzano.......e poi c'è l'impianto di rifiuti in località Cerri di Follo. 

Le foto che pubblico in questo post riguardano proprio questo ultimo impianto di trattamento e recupero di rifiuti speciali pericolosi collocato a poche decine di metri da numerose abitazioni........ 

lunedì 7 settembre 2015

Rigassificatore e nuovo progetto:chiarimenti urbanistici,ambientali, informativi

PREMESSA SINTESI DEL PRESENTE POST

Il Sindaco di Portovenere in relazione al nuovo progetto relativo al rigassificatore di Panigaglia (Le Grazie) di cui ho trattato ampiamente QUIdichiara oggi sul Secolo XIX: “Chi parla di dismissione deve proporre un’alternativa e considerare che l’area è di Snam”.

Vorrei ricordare che compito del Sindaco non è quello di limitarsi a registrare una presunta impossibilità di dismettere il rigassificatore dall'attuale sito, ma intanto e prima di tutto di svolgere la propria funzione che rispetto a questo impianto è tutt’altro che banale come spiego in questo post.

In secondo luogo sarebbe bene che prima di parlare di nuovi interventi le autorità preposte controllassero lo stato del rispetto delle norme di tutela ambientale e di prevenzione del rischio di incidente che si applicano a questo impianto nella attuale versione. 
Il Sindaco in particolare dovrebbe farsi portavoce di queste richieste in quanto massima autorità sanitario sul territorio oltre che responsabile del governo urbanistico dello stesso. Le autorità a cui chiedere chiarimenti, sono le seguenti:
1. il Prefetto (questioni di protezioni civile),
2. la Provincia (questioni sul controllo del rispetto della autorizzazione integrata ambientale),
3. la Regione il Ministero dell’Interno - Dipartimento  Vigili  del  Fuoco, Soccorso Pubblico e Difesa Civile,  che attraverso il Comitato tecnico regionale preposto  devono effettuare i  controlli sul rispetto della normativa sulle industrie a rischio.

Le questioni che affronto in questo post riguardano:
1. la mancanza di adeguate informazioni alla popolazione sui rischi di incidenti potenziali;
2. le modalità di funzionamento dell’impianto, su cosa devono fare i cittadini in caso di incidente (la esercitazione svolta qualche anno fa non è sufficiente e non ha adeguatamente coinvolto la cittadinanza). Sullo stato del rispetto della normativa sulle industrie a rischio di incidente rilevante per il rigassificatore di Panigaglia ho scritto recentemente QUI;
3. lo stato del coordinamento della disciplina urbanistica del Comune di Portovenere in rapporto alla presenza di un impianto come il rigassificatore;
4. la questione della mai, risolta o comunque affrontata con rigore amministrativo, contraddizione tra la incompatibilità  del rigassificatore e gli attuali strumenti di pianificazione urbanistica: PUC, PTC, PTCP;
5. la questione delle compatibilità strategica di un rigassificatore in un golfo come quello spezzino in profonda evoluzione sotto il profilo dell’aumento del traffico mercantile, passeggeri e militare nonché con la vocazione turistica dello stesso anche in relazione alle vicine 5Terre.

martedì 1 settembre 2015

Regione Liguria: sul rischio alluvioni si risponda nel merito senza insultare!

Secondo l’assessore alla Difesa del Suolo della Regione Liguria,  le richieste di chiarimenti sugli indirizzi operativi in materia di difesa idraulica e idrogeologica richiesti dal gruppo consiliare 5stelle,  dimostrerebbero che questi ultimi continuerebbero: "a vivere nel paese delle meraviglie".


Dobbiamo dire che cambiano i suonatori ma l'arroganza maleducata da vertigine del potere resta? Sembrerebbe di si a leggere le suddette dichiarazioni dell'Assessore. 

lunedì 31 agosto 2015

Da oggi nei porti siamo meno sicuri contro i rischi di incidenti pericolosi

Quatti quatti zitti zitti....il nostro governo con l'avvallo della commissione parlamentare competente ha abrogato la normativa che disciplinava il rischio di incidente industriale per i porti commerciali con presenza di sostanze pericolose.

Lo hanno fatto attraverso il Decreto Legislativo 105/2015 che ha attuato la nuova Direttiva Seveso III: Direttiva 2012/18/UE.

Lo hanno fatto abrogando (ex articolo 33 del DLgs 105/2015) il Decreto ministeriale 16 maggio 2001, n. 293 (QUI) che disciplinava il rapporto di sicurezza che la autorità portuale doveva presentare e aggiornare per valutare in termini cumulativi (rispetto a tutte le attività a rischio nei porti) il rischio industriale.

Il Decreto era uno strumento di garanzia in più per cittadini, peraltro totalmente disinformati su questa normativa...... la lobbie portuale chiedeva da anni l'abrogazione di questo decreto, come dimostra questo vecchio post del 2003 vedi QUI.


Da oggi anche i cittadini spezzini sono meno sicuri!

sabato 29 agosto 2015

Nuovo progetto per il rigassificatore di Panigaglia: perché e come va bloccato!

Nel post precedente (vedi QUIho spiegato la situazione del rigassificatore di Panigaglia sotto il profilo del rispetto della normativa sulla prevenzione del rischio industriale ma anche dell’adeguamento alle ultime novità della normativa in materia di AIA. Come spiegavo nel post la questione non è solo di legalità (peraltro decisiva visto che si tratta di legge a tutela della incolumità pubblica di decine di migliaia di cittadini) ma assume un significato ancor più rilevante visto che SNAM GNL Italia ha deciso di avviare il percorso di elaborazione e approvazione di un progetto che mira a far diventare l’impianto di  Porto Venere  uno dei punti di distribuzione di ingenti quantità di GNL (gas naturale liquefatto ) sia per autotrazione che come combustibile per navi container etc.

Di seguito analizzo il contenuto del progetto di SNAM GNL Italia, da quali norme europee nasce, quali sono i rischi ambientali e incidentali, come dovrà svolgersi la procedura di autorizzazione e come provare ad impedire questo ennesimo tentativo di consolidamento di un impianto, il rigassificatore, che non doveva essere collocato in un golfo come quello spezzino per le ragioni di effetto domino e di concentrazione urbanistica e logistica che lo caratterizzano oltre alle ancor più rilevanti ragioni ambientali e di pregio naturalistico.

giovedì 27 agosto 2015

Rigassificatore di Panigaglia: le normative attualmente non rispettate.

L’impianto di rigassificazione di Panigaglia torna di attualità perché, come già apparso sui quotidiani locali, la Snam ha pubblicato un bando (vedi QUIper uno studio di fattibilità e pre-fattibilità per la fornitura servizi di tipo «Small Scale LNG»presso il Terminale GNL di Panigaglia.

L’impianto di Panigaglia come è noto prevede una serie di lavorazioni complesse consistenti nella rigassificazione, a ciclo continuo, del gas naturale liquefatto (GNL) che arriva all’impianto dalle navi gasiere (vedi QUI

Il nuovo progetto va a consolidare la presenza di un impianto che avrebbe già dovuto essere ricollocato da anni e per il quale già la Regione Liguria aveva espresso un chiaro no alla Intesa per il suo ampliamento qualche anno fa. Impianto che come è noto è attualmente in contrasto con tutti gli strumenti di pianificazione vigenti, a cominciare dal Piano paesaggistico, che ne prevedono la dismissione concordata non certo l’ampliamento sia pure nella forma nuova ora prospettata da Snam.

Il nuovo progetto quindi va ad incidere su due aspetti:
1. il primo riguarda l’impianto esistente, il suo livello di adeguamento alla vigente normativa compreso il nuovo decreto legislativo  che recepisce la terza versione della Direttiva europea sulle industrie a rischio di incidente rilevante
2. il secondo riguarda il nuovo progetto legato al circuito dell’uso del gnl

In questo post analizzerò lo stato di conformità dell’attuale impianto di rigassificazione di Panigaglia rispetto alla normativa entrata in vigore in questi ultimi tempi ma anche a quella previgente ed in parte ancora efficace, come vedremo nel seguito di questo post. E' ovvio infatti che il nuovo progetto presuppone un consolidamento della presenza dell'impianto e quindi è fondamentale capire intanto se questo sta o meno rispettando la vigente normativa anche in vista dell'applicazione del nuovo DLgs 105/2015. 

Nel post successivo affronterò, invece,  il tema relativo al nuovo progetto: da quali politiche e norme europee origina, quali sono i parametri normativi per giustificarne la fattibilità sotto il profilo sia tecnico economico, della politica europea dei trasporti, ma soprattutto della sostenibilità ambientale.

domenica 23 agosto 2015

Area ex Pittaluga alle Grazie: l’asfalto non è bonifica ne messa in sicurezza definitiva

Secondo la Autorità Portuale, come dichiarato con un comunicato pubblicato questa mattina, l'area ex Pittaluga alle Grazie è stata messa in sicurezza con l'asfaltatura!


L'AP confonde (volutamente?) la messa in sicurezza con una mera misura di prevenzione nel caso di area individuata da bonificare. Una misura di prevenzione sufficiente a tutelare parzialmente e temporaneamente chi calpesta quell'area ma non certo in via definitiva considerato che l'area ad oggi è ancora da bonificare. Inoltre l'AP, o chi per essa (Arpal), non dice se dopo l'asfaltatura avvenuta lo scorso anno sono stati effettuati monitoraggi delle acque e dell'aria come peralto previsto dalla normativa vigente per gli interventi di messa in sicurezza temporanea come spiego in questo post......

giovedì 20 agosto 2015

Parco delle 5 terre ancora senza Piano e Regolamento: una analisi critica

Come è noto almeno agli addetti ai lavori: il Piano del Parco delle 5terre non è mai stato approvato in via definitiva, era stato adottato con deliberazione della Giunta Regionale n.488 del 22 maggio 2002, ma successivamente è stato revocato con deliberazione della Giunta Regionale n. 1482 del 10.12.2010.


Quindi il Parco delle 5terre non ha mai avuto un Piano del Parco completamente efficace e ancora di più non ha mai avuto un Regolamento del Parco. Solo recentemente con Decreto del Ministero dell'Ambiente 24/2/2015 (vedi QUI) è stato approvato il regolamento di organizzazione ma per la sola area marina, restando fuori quindi tutta la parte terrestre del Parco.

Questa era una delle critiche, sotto il profilo gestionale, che veniva svolta alla Presidenza Bonanini. Sono passati ormai oltre 4 anni dalla fine di questa Presidenza ma del Piano del parco e del Regolamento ancora non vi è traccia come risulta dalla apposita sezione del sito dell’Ente Parco Nazionale 5Terre, vedi QUI.