mercoledì 5 novembre 2014

Sito di Pitelli: soldi pochi, resta l’inquinamento e... le bugie di Federici!

L’Amministrazione Comunale, accompagnata dalla solita raffica di insulti ai cittadini attivi da parte del Sindaco Federici, ha tenuto una conferenza stampa per promuovere il finanziamento di alcuni piccoli interventi di bonifica nel sito di Pitelli.

Il Sindaco Federici, al netto degli insulti, che vi risparmio per rispetto non di Federici ma della istituzione che rappresenta,  ha fatto due affermazioni pesanti:
1.Passare dalla competenza dello stato a quella della regione è stato un vantaggio
2.Le aree militati sono state valutate dalla marina militare, solo che non abbiamo acquisito i dati


È vero quello che afferma il Sindaco? Io penso che ognuno abbia diritto di  sostenere le proprie tesi ma lo deve fare argomentando, il Sindaco Federici ha dimostrato i due assunti di cui sopra?   NO non ha dimostrato nulla ha solo fatto affermazioni senza argomentazioni.

Io al contrario argomenterò, come peraltro ho sempre fatto in questi anni, dimostrando con chiarezza che quanto affermato da Federici è falso.

Vediamo il primo assunto di Federici:  "la declassificazione del sito di Pitelli da statale a regionale è stata un vantaggio".
Intanto voglio ricordare al Sindaco che il TAR Lazio recentemente ha bocciato il decreto di declassificazione del sito contestandone la legittimità sia pure per siti diversi da quello di Pitelli ma affermando principi validi per tutti i siti nazionali, come ho spiegato  QUI e QUI

Comunque tornando alle dichiarazioni del Sindaco Federici  per dimostrare che ci sia stato un vantaggio bisogna dimostrare di avere raggiunto dei risultati.

Intanto una premessa il fatto che il sito sia Nazionale non significa minimamente che le competenze siano tutte statali. Come dovrebbe essere noto,  anche agli Amministratori spezzini,  nella Conferenza dei servizi decisoria partecipa anche la Regione e tutti i lavori di indagine sul campo vengono svolti dagli enti di livello locale a cominciare dall’Arpal.  Quindi gli eventuali ritardi amministrativi non possono essere imputati solo al Ministero dell’Ambiente ma anche alla Regione. Peraltro sarebbe interessante capire come mai, se il sito nazionale non andava bene, gli enti Locali Spezzini e la Regione Liguria governati sempre dalle stesse forze politiche (tranne un breve periodo la Regione) abbiano aspettato oltre 10 anni per chiederne la declassificazione.

Ma lasciamo perdere questi aspetti di polemica istituzionale e veniamo alla sostanza del ragionamento che fa il Sindaco Federici.



COSA È STATO FATTO QUANDO IL SITO ERA NAZIONALE
Il Decreto che ha declassificato il sito da statale a regionale è del gennaio 2013, sono quindi passati quasi due anni.

Se noi andiamo nel sito di Arpal (vedi QUIvedremo che gran parte delle caratterizzazioni fatte nelle diverse aree inquinate del sito di Pitelli sono state impostate o addirittura approvate quando il sito era ancora nazionale, così pure per le limitate attività di bonifica:
1. area ex Ipodec:  piano di caratterizzazione e messa in sicurezza permanente
2. area Campetto zona stock container: piano di caratterizzazione
3. discarica Vallegrande: interventi parziali di messa in sicurezza
4. discarica Monte Montada (approvate linee guida chiusura discarica poi tutto fermato per il contenzioso legale tra proprietà e Comune)
5. Saturnia discarica: richiesta di messa in sicurezza mai attuata dalla proprietà e poi caratterizzazione ma solo per le parti dove non furono collocati i rifiuti
6. Ruffino discarica: approvati messa in sicurezza di emergenza e permanente
7. Val Bosca discarica: approvata caratterizzazione propedeutica all’ampliamento del 2004
8. Impianto Penox, ex – PbO: approvati piano di caratterizzazione e progetto di bonifica, richiesta integrazione di indagine che ora è stata approvata in sede regionale
9. centrale enel e carbonili: piano di caratterizzazione e analisi di rischio

10. Centrale Terna: piano di caratterizzazione da quale non sono emersi inquinamenti particolari

11. Ex fonderia Pertusola: piano di caratterizzazione e richiesto progetto di bonifica (ma su questo sito tornerò nel proseguo del post)

12. Crovara Autotrasporti s.r.l: piano di caratterizzazione e poi restituzione ai legittimi proprietari  
13. EMMECAR s.r.l. : piano di caratterizzazione e restituzione agli usi legittimi
14. Ghironi srl: piano di caratterizzazione e restituzione agli usi legittimi
15. Helios srl : piano di caratterizzazione e restituzione agli usi legittimi
16. P.V. TAMOIL n°8628:  piano di caratterizzazione e realizzazione impianto di bonifica
17. Terminal del Golfo - LSCT: piano di caratterizzazione e restituzione usi legittimi. Zona Molo Ravano bonifica da parte della Autorità Portuale
18. Ferretti Riva SLYS: piano di caratterizzazione e restituzione agli usi legittimi
19. Cantieri navali Michelini: piano di caratterizzazione  e restituzione agli usi legittimi
20. Porto Lotti: piano di caratterizzazione bonifica
21. Cantieri navali Baglietto: piano di caratterizzazione e bonifica
22. Cantieri Navali della Spezia: piani di caratterizzazione progetto di bonifica non ancora eseguito
23. Cantieri navali Picchiotti –Beconcini: piano di caratterizzazione bonifica parte a mare
24: Fincantieri: piani di caratterizzazione dei vari lotti, impianto di bonifica di un lotto



COSA È STATO FATTO DA QUANDO IL SITO È REGIONALE
Rispetto al quadro sopra riportato, in quasi due anni dal passaggio a sito regionale, sostanzialmente l’unica vera novità operativa è  stato questo piccolo finanziamento  presentato in conferenza stampa peraltro non per bonificare ma ancora per rimuovere inquinamento superficiale.
Per il resto si è portato a termine il lavoro tecnico istruttorio già avviato al tempo del sito nazionale in relazione comunque ad aree piuttosto limitate cioè quelle che ho elencate sopra, mentre a tutt’oggi per il resto delle aree abbiamo una situazione completamente ferma:
1. aree militari non si sa nulla: ma ci tornerò nel seguito del post
2. aree a mare, praticamente quasi tutto il golfo di Spezia dentro diga:  non si è fatto nulla ne si è impostato qualcosa di nuovo in ben due anni.

Quello che non dice ulteriormente il Sindaco Federici è che molti dei documenti che ho elencato sopra,  pur riguardando solo una parte minoritaria del sito di Pitelli, sono stati approvati entro il 2007-2008. Quindi per quei casi dove non si è passati alla fase della bonifica vera e propria , il ritardo non dipende dal fatto che il sito sia stato nazionale ma semmai dalla mancanza di finanziamenti come dimostrerò nel seguito del post. 

Ma prima c’è un'altra grande questione rimossa dal Sindaco Federici la violazione delle procedure di bonifica così come erano state impostate dai tecnici del Ministero dell’Ambente soprattutto nella parte a mare, l’unica completamente caratterizzata.



IL PIANO ICRAM PER LA PARTE A MARE CONTINUA A NON ESSERE RISPETTATO
Invece che contestare inutilmente la competenza statale sul sito gli Enti Locali spezzini e la Regione Liguria avrebbero fatto bene a chiedere al  Ministero dell’Ambiente che venisse rispettato l’unico documento serio fino ad ora approvato sull’inquinamento della parte a mare: Il Progetto preliminare di bonifica dell’ICRAM (vedi QUI per il testo completo) il quale afferma: “In considerazione del fatto che gli interventi di bonifica relativi alle diverse aree potrebbero essere attuati in tempi diversi, dovrà essere data priorità a quelle aree in cui livelli elevati di contaminazione dei sedimenti potrebbero determinare situazioni di rischio sanitario-ambientale”.
A conferma si veda la dichiarazione di qualche mese fa della direttrice dell’Arpal spezzina:
in conferenza stampa dell’11 marzo 2014: "Ad oggi le bonifiche dei fondali sono state eseguite nelle zone coinvolte da interventi sulla linea di costa”. Quindi sono state dragate/bonificate solo aree con livello di inquinamento non significativo.  Vedere mappa qui a fianco.


In realtà il documento dell’ICRAM è, come si evince peraltro dal titolo, un vero e proprio Progetto Preliminare di Bonifica che, nella dizione della  normativa vigente al momento della sua elaborazione (ma sotto il profilo tecnico ancora valida), significa:
1. individuazione delle aree prioritarie su cui intervenire per il disinquinamento e/o messa in sicurezza
2. parametri per definire le aree da bonificare
3. aree su cu effettuare ulteriori approfondimenti di indagine
4. diverse modalità e tecniche di bonifica

Di tutto ciò nulla è stato fatto durante la esistenza del sito nazionale, nulla  hanno chiesto Enti Locali Spezzini e Regione Liguria in quel periodo, ma nulla di nuovo è stato fatto in questi due anni di sito regionale.



LA QUESTIONE DEI COSTI E QUINDI DEI FINANZIAMENTI DELLA BONIFICA
Relativamente ai costi di bonifica se noi andiamo a vedere gli scenari di bonifica del documento Icram ci possiamo rendere conto del livello ridicolo di finanziamento annunciato ora da Regione Liguria e Comune di Spezia: 1,3 milioni di euro per la parte a terra (peraltro vecchi fondi ministeriali) e per l’area di Pertusola: circa 3 milioni di cui solo 1,3 da parte della Regione.

Lo studio Icram,  solo per la parte a mare,  individuava quattro scenari di intervento di bonifica  a seconda del livello di inquinamento, delle aree interessate, della tipologia degli inquinanti e della profondità della rimozione degli inquinanti.  
Il costo  passa  da 201 milioni di euro  ipotesi dello scenario 1 di bonifica minima, a 563 milioni di euro per lo scenario 4 della bonifica integrale della rada della Spezia.

Di fronte a costi come questi, e ripeto manca la parte a terra soprattutto quella militare, degli Amministratori seri avrebbero dovuto non impuntarsi sulla declassificazione del sito ma costruire un tavolo di confronto a livello ministeriale che coinvolgesse non solo il Governo ma anche la Marina Militare e soggetti privati interessati a continuare ad investire nel nostro territorio : Enel, Snam, Terminalisti tanto per fare esempi di soggetti con capacità finanziarie adeguate.

Parliamoci chiaro senza un coinvolgimento di questo livello  sovra locale il sito di Pitelli non verrà mai bonificato!



LE FALSITÀ DEL CETO DIRIGENTE LOCALE E REGIONALE SULLE MANCATE BONIFICHE DEI SITI NAZIONALI
Invece di impostare la questione in questo modo pragmatico,  si è puntato tutto nella polemica politicista sulla declassificazione,  mentendo su tre questioni:

1.  "con il sito nazionale non si è fatto nulla":  abbiamo visto sopra che non è vero;

2. " mancati finanziamenti ai siti di bonifica nazionali": i tagli in realtà sono stati fatti anche e soprattutto proprio dai governi dello stesso colore politico degli amministratori spezzini e liguri come ha spiegato la stessa CGIL ((per il testo completo vedi QUI);

3.  "procedure troppo burocratiche per i siti nazionali". In realtà la procedura è la stessa di quelli regionali tranne che cambiano le competenze, non solo ma in questi anni la procedura per l’approvazione delle bonifiche nei siti nazionali è stata semplificata ben 8 volte! Per chi vuole approfondire legga QUI e QUI 


IL MANCATO RISPETTO DELL’ORDINE DEL GIORNO DEL CONSIGLIO COMUNALE
Non solo il Sindaco Federici fa affermazioni non vere,  come ho spiegato sopra, ma non rispetta neppure le decisioni del Consiglio Comunale del 7 luglio 2014,  che ha approvato, PD compreso, un ordine del giorno (per il testo completo vedi  QUI).

Nonostante siano passati  quattro mesi nulla è stato fatto di quanto indicato in quell’ordine del giorno che  prevedeva, tra le altre,  tre cose che c’entrano con quanto scritto sopra:
1. avviare, con la collaborazione di Regione Liguria, Provincia ed Arpal una immediata campagna di monitoraggio integrativa di quella svolta o meglio non svolta fino a ora, a partire dalle aree ancora non caratterizzate,  utilizzando strumenti geodiagnostici adeguati
2. promuovere la elaborazione ed approvazione di apposito accordo di programma per l’avvio della caratterizzazione delle aree militari interne al sito di Pitelli, 
3. predisporre un piano tecnico e finanziario, anche attraverso il reperimento di risorse private, oltre a quelle regionali, nazionali e comunitarie: utilizzando tutte le procedure di semplificazione che la normativa ha introdotto da anni per il coinvolgimenti dei privati nelle attività di bonifica. Il piano dovrà essere finalizzato a sostenere il completamento della caratterizzazione del sito e la bonifica dello stesso utilizzando un programma di interventi per scenari tecnici ed economici.



LA QUESTIONE DELLE AREE MILITARI
Il secondo assunto della conferenza stampa del Sindaco Federici è  "Le aree militati sono state valutate dalla marina militare, solo che non abbiamo acquisito i dati”, detto in altri termini questa frase vuol dire che sostanzialmente il Comune non sa, e soprattutto non può sapere,  nulla sulle aree da bonificare di proprietà della Marina Militare. È possibile questo? Davvero i Comuni non hanno alcuna competenza in materia di bonifica dei siti militari? Davvero la Marina Militare può tenere nascosti documenti che riguardano lo stato dell’inquinamento di queste aree? Su questi documenti si può porre il segreto militare?

Non è così! Se si è in buona fede,  basterebbe studiarsi le leggi vigenti comprese quelle recenti. Invito chi legge questo post a fare uno sforzo e leggersi la ricostruzione di questa normativa che ho fatto  QUI

Vediamo sinteticamente come stanno le questioni sopra esposte in termini di domanda:

1. Con la recentissima normativa per le aree militari risulta con chiarezza che i limiti degli inquinanti per avviare le bonifiche e per certificarle previsti per le aree civili si applicano anche a quelle militari. Quindi non ci sono più scuse per la mancata caratterizzazione delle aree militari, perchè anche per queste aree ora ci sono dei limiti ex lege ben precisi per singoli inquinanti al fine di costruire il percorso di caratterizzazione, l’analisi di rischio e i progetti di bonifica o messa in sicurezza e relativi obiettivi di disinquinamento.   

2.  L’Amministrazione  Comunale spezzina afferma che in realtà sarebbero state fatte delle “valutazioni” da parte delle Autorità Militari.  Intanto cosa vuol dire valutazione? Come è noto le procedure di legge per la bonifica delle aree militari sono le stesse di quelle per le aree civili.  Anche sotto il profilo delle competenze, Regioni ed Enti Locali hanno un ruolo nelle procedura di approvazione delle varie fasi della bonifica.  Le ricordo sinteticamente queste competenze:
2.1. le aree militari nel momento in cui risultassero inquinate devono essere oggetto di apposite comunicazioni da parte delle autorità militari anche alle autorità civili (Prefetto, Regione, Enti Locali);
2.2. alle autorità civili (Prefetto, Regione, Enti Locali) devono essere comunicati tutti i passaggi della attività di bonifica
2.3. le modalità di bonifica alle aree militari, compresi i parametri per definire l’inquinamento nonché le tecniche  di bonifica e/o messa in sicurezza, sono le stesse previste le aree civili: Prefetto, Regione, Provincia, Comune.;
2.4.tutte la procedura di bonifica dal momento della caratterizzazione fino alla approvazione del progetto di bonifica e successivo monitoraggio devono vedere il coinvolgimento delle autorità civili: Prefetto, Ministero Ambiente (siti di interesse nazionale), Regione, Provincia, Comune. Questo avviene attraverso l’istituto della conferenza dei servizi;


3. Non solo ma è inaccettabile che si dica che queste presunte “valutazioni” esistono ma la Marina Militare non le ha mai comunicate. Secondo il DLGS 66/2010 Codice Ordinamento Militare: l'accesso all'informazione ambientale è negato quando la divulgazione dell'informazione reca pregiudizio alla difesa nazionale. Ora è ovvio che i dati su eventuali “valutazioni” dell’inquinamento dei terreni nelle aree militari  (peraltro quelle a terra tutto meno che strategiche anche da un punto di vista bellico tanto per fare un esempio pensiamo all’area dell’ex tiro al piattello)  non possono di certo recare pregiudizi alla difesa nazionale. Non solo ma non bisogna dimenticare che  i controlli ambientali all'interno delle aree militari restano  di competenza delle autorità militari ma nelle aree limitrofe le autorità civili (Comune e Provincia) possono predisporre monitoraggi e nel caso si dimostrino  pericoli di dispersione degli inquinanti dalle aree militari a quelle civili, mantengono i loro poteri di diffida ed ordinanza a cominciare da quelli del Sindaco come massima Autorità Sanitaria nel territorio del Comune. Quindi il Sindaco come autorità sanitaria del territorio comunale ha diritto di conoscere dati che potrebbero produrre danni alla salute dei cittadini residenti in aree civili!



UN ULTIMA  QUESTIONCINA …..
Il Sindaco avendo pochissimi argomenti,  insulti a parte, per dimostrare la utilità della declassificazione del sito di Pitelli da nazionale a regionale, ha tirato fuori la inchiesta giudiziaria che avrebbe colpito l’ex dirigente alle bonifiche del Ministero dell’Ambiente.
Ovviamente se ha delle responsabilità questo dirigente è giusto che venga condannato, ma usare questa inchiesta, che peraltro riguarda un dirigente e al massimo qualche altro funzionario, non può essere utilizzato per il fine di Federici.

Cosa vuol dire Federici quando lega questa inchiesta con lo spostamento delle competenze dal Ministero dell’Ambiente a Comune e Regione per i siti di bonifica? Vuol dire che non possiamo più fidarci del Ministero dell’Ambiente ?  Mi auguro di no perché se così fosse allora visto che a Pitelli e dintorni l’inquinamento è stato prodotto anche grazie alle autorizzazioni della Regione Liguria, potremmo chiedere di togliere le competenze in materia di rifiuti alla Regione Liguria e agli enti locali spezzini.

Ma la responsabilità penale non era personale, signor Sindaco?  










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