giovedì 22 maggio 2014

Piazza Verdi: tagliati i pini. Federici: il Comune è cosa nostra!

Federici e i suoi esecutori interessati  hanno tagliato i pini di piazza verdi.

Potevano tranquillamente attendere la prossima udienza al Consiglio di Stato, tra circa un mese al massimo, e proseguire con i lavori nelle parti laterali della piazza.  
Non hanno avuto neppure lo stile istituzionale di aspettare qualche giorno per dare il tempo alle controparti di valutare l'eventuale appello.

Hanno scelto invece una strada politicamente scellerata e amministrativamente stupida.

Agendo in questo modo hanno leso un diritto costituzionale: l'azione di secondo grado articolo 113 della Costituzione.
Inoltre nel caso in cui l'istanza cautelare al Consiglio di Stato desse ragione ai ricorrenti il Comune potrebbe incorrere in una azione di danno erariale che pagherebbero tutti i cittadini ma che si potrebbe in parte scaricare anche sugli amministratori e i dirigenti del Comune.

Sotto il profilo della razionalità amministrativa quindi si tratta di un comportamento apparentemente folle!

In realtà le ragioni di questo comportamento sono due.

La prima ragione è che hanno paura. Questa è una amministrazione fondata sulla paura generale del confronto con i cittadini attivi e critici. Dentro la paura generale ci stanno due paure specifiche:
1. La debolezza delle argomentazioni della sentenza del TAR che potrebbero essere facilmente ribaltate dal Consiglio di Stato. Tagliando i pini il Sindaco ha voluto mettere anche lo stesso Consiglio di Stato di fronte al fatto compiuto, vedremo se sarà davvero così. 

2. Il 9 giugno ci sarà l’udienza preliminare in sede penale per valutare la fondatezza dell’esposto contro la relazione storica che ha, ad avviso degli esponenti, sfalsato la selezione del progetto Buren Vannetti attraverso il bando pubblico. Anche in questo caso hanno voluto presentarsi in udienza con il fatto compiuto, ma dovrebbero sapere che il giudizio penale è un giudizio sui fatti prima di tutto, ed è indiscutibile che questo ultimo comportamento arrogante della Amministrazione costituisca un indizio significativo per dimostrare che nelle intenzioni della Amministrazione Comunale il filare dei pini doveva essere tagliato a prescindere da tutto persino dal rispetto di altre  istituzioni pubbliche.

La seconda ragione è strettamente legata alla prima. Solo un Sindaco debole elettoralmente e politicamente poteva produrre un atto di  mera arroganza politica che nulla ha a che fare con gli interessi del Comune ne con la realizzazione del progetto Buren Vannetti . 

Questo Sindaco, questa Giunta, questi dirigenti hanno scambiato il Comune e il territorio comunale come una cosa di loro proprietà. Lo dimostra il fatto che questo Sindaco e i dirigenti del Comune hanno sempre interpretato in questi anni ogni conflitto con i cittadini come un affronto personale. Non c'è mai stato il tentativo di capire, di confrontarsi, di mediare; la frase ripetuta come un mantra è stata: mi hanno votato i cittadini quindi decido io per 5 anni. Come se insieme con la carica di Sindaco i cittadini avessero firmato una sorta di cessione a termine, a Federici e ai suoi collaboratori,  della proprietà del Comune e del suo territorio.  

Ma potete star certi che tutta questa vicenda non finirà qui, sia sotto il profilo legale che politico, dovesse essere l'ultimo mio impegno civico

Non è tanto per i pini, non è neppure per il progetto in se, a questo punto è una questione di DEMOCRAZIA E DI UGUAGLIANZA POLITICA!

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