giovedì 13 marzo 2014

Nave con materiale nucleare: l'interrogazione di Legambiente al Ministro

Di seguito pubblico il testo, in corsivo,  della richiesta di azione ispettiva al Ministero dell'Ambiente in relazione al trasporto di scorie nucleari nel porto di Spezia.  Il testo è stato depositato dai rappresentanti di Legambiente La Spezia  in sede di audizione alla Commissione Ambiente del Senato della Repubblica. 

Il testo è stato redatto con la collaborazione tecnico giuridica mia e dell'Avvocato Valentina Antonini . 




INTERROGAZIONE
AL MINISTRO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Oggetto: Nave con carico radioattivo: quale informazione alla popolazione.


Premesso che
la  vicenda della nave che ha fatto transitare nel porto della Spezia un carico di materiale radioattivo pone, al di la del rischio potenziale di tale attività, la questione  della informazione trasparente dei rischi ambientali e sanitari alla popolazione.

Le dichiarazioni del Prefetto e del Sindaco della Spezia esprimono una tesi che ad avviso degli scriventi rovescia la ratio della normativa sull’accesso alle informazioni ambientali nonché gli obblighi di pubblicazione dettati dalla specifica normativa in materia di trasporto di sostanze radioattive, ponendo  la segretezza verso i cittadini come presupposto della sicurezza. 


Considerato che
come sottolineato dalla Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo e al  Consiglio  sul rafforzamento della sicurezza chimica, biologica, radiologica e nucleare nell’Unione  europea – Piano d’azione CBRN dell'UE: ”Negli ultimi dieci, quindici anni la minaccia che un gruppo terroristico possa procurarsi  materiali chimici, biologici, radiologici o nucleari (CBRN) ha indotto i governi e le  organizzazioni internazionali ad adottare regolamentazioni1  e programmi di vasta portata per  difendere le popolazioni dai rischi correlati”.   Che quindi non è certo la informazione ai cittadini che pone rischi per il trasporto di detti materiali


Considerato  che
ai sensi della vigente normativa risulta agli scriventi risulta che  ci siano documenti che devono essere comunque  resi pubblici, quali:
1.       La comunicazione preventiva al Prefetto, al Comando provinciale dei vigili del fuoco ed alla azienda sanitaria locale dei luoghi di partenza e di destinazione del trasporto, almeno 15 giorni della data del trasporto
2.      La verifica se la nave è idonea a questo tipo di trasporti
3.      I rapporti periodici che sono tenuti a presentare i soggetti trasportare di questi materiali
4.      La verifica se questo tipo di trasporti è stata presa in considerazione nel rapporto di sicurezza dell’intera area portuale
5.      Le osservazioni che per legge la Regione è tenuta a presentare in questi casi
6.      La verifica se sono state tenute in questi anni le esercitazioni biennali e le eventuali criticità emerse, esercitazioni previste dal piano di emergenza provinciale per il trasporto di materiale radioattivo (aggiornato da ultimo nel 2013)  ma i cui risultati, se sono state tenute, non risultano mai pubblicati

Rilevato che
il Prefetto della Spezia nella sua conferenza stampa ha sostenuto che per motivi di sicurezza la popolazione non poteva essere informata preventivamente.

Considerato che
le affermazioni del Prefetto e soprattutto del Sindaco (quale massima autorità sanitaria sul territorio) appaiono agli scriventi frutto di una interpretazione datata del concetto di informazione a rilevanza ambientale e sanitaria

Rilevato infatti che
le linee guida della protezione civile (DPCM  10/2/2006)  non affermano un divieto esplicito di informazione preventiva alla popolazione dei potenziali trasporti di sostanze radioattive ed anzi obbligano alla pubblicazione di vari documenti, in precedenza elencati. Documenti  decisivi per dimostrare che le Autorità Competenti hanno sotto controllo la situazione. 

Considerato  che  
il trasporto in  oggetto non costituisce azione  secretabile ai sensi del Codice Militare, ed inoltre la normativa sull’accesso alle informazioni ambientali fa rientrare nel concetto di informazione accedibile anche la documentazione sulle attività con possibili emissioni radioattive.

Rilevato come
il Piano Provinciale del prefetto sia stato approvato solo nel 2013 a distanza di ben 7 anni dalla pubblicazione del Dpcm  10/2/2006 che lo prevedeva, e che quindi le esercitazioni per valutare l’efficacia del Piano non risultano essere state effettuate come invece previsto dal punto 7 di detto Dpcm del 2006

Considerato infine che
il materiale trasportato risulta di origine nucleare ad uso civile al quale è quindi applicabile anche la Direttiva 2011/70/EURATOM del Consiglio del 19 luglio 2011 che istituisce un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare  esaurito e dei rifiuti radioattivi. Tale Direttiva afferma il principio generale che  gli Stati membri provvedono affinché la popolazione abbia le necessarie occasioni di effettiva partecipazione ai processi decisionali concernenti la gestione del combustibile esaurito e  dei rifiuti radioattivi.


Gli scriventi chiedono al Sig. Ministro del’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare

di aprire una inchiesta ispettiva per verificare le ragioni che hanno portato ad un comportamento, come sopra descritto, le istituzioni preposte, in materia, alla tutela e prevenzione della salute dei cittadini. 



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