giovedì 19 settembre 2013

Centrali a carbone Vado chiama Spezia: cittadini o cavie?

Gli esami epidemiologici effettuati dai consulenti della procura di Savona nell'ambito della inchiesta per verificare le conseguenze sulla salute delle polveri emesse dalla centrale a carbone di Vado (gestita dalla Tirreno Power)  hanno evidenziato un aumento esponenziale di mortalità in quella zona (vedi Secolo XIX di oggi).

Sono un garantista e ovviamente so bene che ora dovrà aprirsi un contraddittorio con i gestori della centrale ma resta una domanda che emerge da questa vicenda e vale anche per Spezia: Perchè queste indagini non vengono svolte prima delle autorizzazione a questi impianti?

Sia a Savona che ora per la centrale di Spezia ( anche da noi l’autorizzazione è ormai pronta per la pubblicazione) si sono autorizzate queste centrali carbone senza una adeguata e preventiva valutazione del potenziale impatto sanitario/ambientale (storico e futuro) sui cittadini e sui territori interessati. Eppure la legge lo imporrebbe, eppure questa è una specifica competenza del Sindaco del Comune territorialmente interessato dalla centrale.




IL PARERE SANITARIO DEL SINDACO
L’atto  nel quale si sostanzia (sotto il profilo giuridico amministrativo) la suddetta competenza del Sindaco si chiama parere sanitario.
Il Parere Sanitario, come abbiamo avuto modo di rilevare più volte, deve avere la finalità di dimostrare la accettabilità sanitaria della presenza di una industria insalubre (come è una centrale a carbone) in zona abitate, il che comporta, almeno:
a) una valutazione della rilevanza sanitaria delle emissioni dell’impianto
b) una valutazione dello stato sanitario della popolazione interessata
c) una valutazione della evoluzione del contesto urbanistico interessato dall’impianto
d) una valutazione dei rischi di incidenti rilevanti dall’impianto

Questo Parere Sanitario, come dimostrato da recente giurisprudenza (vedi QUI),  è non solo obbligatorio ma, a condizione di adeguate motivazioni tecniche e scientifiche,  vincolante per chi (il Ministero dell’Ambiente) deve rilasciare l’autorizzazione (la c.d.  AIA: Autorizzazione Integrata Ambientale)



L’INERZIA DELLA AMMINISTRAZIONE FEDERICI
Invece anche a Spezia l’AIA  della centrale a carbone che sta per essere pubblicata è priva di una adeguata istruttoria che dimostri la sostenibilità sanitaria del permanere dell’impianto in questione nel nostro territorio.  Infatti, come avevo spiegato QUI, l’Amministrazione Federici,   ha deliberato una consulenza che prevede dopo il rilascio della autorizzazione di monitorare gli inquinanti emesse dalla centrale, monitoraggi che (citiamo dalla delibera di incarico):  consentiranno di stimare, almeno per quanto per quanto riguarda l’esposizione inalatoria,  il rischio per la salute loro attribuibile e, congiuntamente con i dati sorveglianza sanitaria della USL, identificare-ipotizzare sorgenti di rischio ed iniziative per la sua mitigazione.

A conferma di quanto sopra si veda l’integrazione al verbale della Conferenza dei Servizi che ha licenziato il Parere,  della Commissione tecnica,  propedeutico al rilascio dell’AIA alla centrale spezzina. 
E’ stato inserito, su iniziativa del Ministero della Salute,  nel suddetto Parere il seguente passaggio:” propone comunque di integrare il Parere Istruttorio conclusivo prevedendo per le sezioni alimentate a carbone un Piano annuale di indagine delle emissioni integrativo del mercurio e dei microinquinanti organici e inorganici in particolare per i metalli, gli IPA e le diossine furani, prendendo come riferimento i metodi dell’allegato I al DLgs 133/2005… Il Sindaco del Comune di Arcola relativamente alla prescrizione 14 del paragrafo 10.3.1  “Emissioni convogliate del Parere Istruttorio conclusivo” chiede che sia aggiunta la seguente prescrizione: “punto 14bis) si prescrive la realizzazione entro 1 anno sulla base di un protocollo da definire con ISPRA ed ARPA, di un adeguato modello delle emissioni e delle conseguenti ricadute di microinquinanti organici e inorganici dai camini.”  

Si conferma quindi che in tutta l’istruttoria svolta fino ad ora non si sono avviati i monitoraggi ex lege e le indagine di impatto sanitario previste dalle competenze specifiche dei Sindaci dei due Comuni interessati. 



CONCLUSIONI
La domanda di AIA è stata presentata alla fine del 2006, quindi le Amministrazioni competenti (Comune, Provincia, Arpal, Asl, Regione, Ministero dell’Ambiente) hanno avuto 7 anni di tempo per sviluppare monitoraggi preventivi (sotto il profilo sanitario e non solo ambientale) al rilascio della nuova autorizzazione e non hanno fatto nulla.

In realtà questi monitoraggi erano già previsti dalla Convenzione Enel – Comune della Spezia approvato dal Consiglio Comunale in data 7/11/2001 e sottoscritta in data 21/1/2002.
In quella Convenzione al punto 7.2 si prevedevano campagna di monitoraggio degli inquinanti più significativi, i cui risultati dovevano, ai sensi del punto 7.7., essere letti in chiave sanitaria dall’Osservatorio epidemiologico mai decollati seriamente.  

Quindi volendo rimanere alla forma:
1. dal 2002 potevano essere avviati monitoraggi sull’impatto sanitario della centrale (obbligo contrattuale)
2. dal 2006 dovevano essere avviati i monitoraggi propedeutici alla predisposizione (da parte del Sindaco) di prescrizioni di prevenzione sanitaria da inserire nella autorizzazione finale (obbligo ex lege: articolo 29quater comma 7 e articolo 29 septies del DLgs 152/2006).

Ancora un volta come da oltre 50 anni per la centrale di Spezia prima si autorizza e poi si dichiara di valutare lo stato sanitario della popolazione e l’impatto potenziale della centrale. Tutto questo in palese contrasto con la vigente normativa.



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