mercoledì 6 giugno 2012

Commercio a Spezia: le balle del centro sinistra!

In questi giorni dall’area del centro sinistra spezzino sono emersi ragionamenti apparentemente autocritici sul modo in cui le amministrazioni pubbliche interessate ( Regione e Comuni in particolare) hanno gestito le scelte sui grandi centri commerciali nella nostra provincia.

Si vedano gli interventi sul secolo XIX , di qualche giorno fa,  di Moreno Veschi e Jonathan Marsella, coordinatori provinciale e comunale del Pd, come pure dell’ex Sindaco Pagano  (vedi qui).  

Ma si tratta di interventi veramente autocritici?  O siamo di fronte alle solite scuse “a babbo morto”?

Vediamo il pdpensiero sul commercio  (nei riquadri in corsivo) ……. con un mio commento a seguire.....



i piccoli esercizi si confermano una componente essenziale dell’economia provinciale
In realtà il dato vero è che soprattutto a Spezia ancor più che nel resto della Liguria il trend è pericolosamente discendente. Dal 2005 al 2010 le imprese del commercio a Spezia sono calate di 400 unità da 5.344 a 4.946 con un trend negativo del 7,4% mentre il comparto del terziario (tutto) in Liguria pur arrancando è riuscito a strappare un incremento del 2% con Spezia che invece è andata sotto dello 0,3. In calo anche gli occupati: 13% in meno in dieci anni.
Non solo ma secondo i dati del Ministero dello Sviluppo economico, nel primo semestre del 2010 il valore a prezzi correnti delle vendite, in Liguria, è sceso dell’1,1 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Vi ha contribuito la diminuzione dell’1,7 per cento del commercio di tipo tradizionale; per la grande distribuzione le vendite sono rimaste sostanzialmente stazionarie (0,1 per cento).  I dati più recenti confermano che il grandi centri commerciali continuano ad essere in crisi e non possono costituire la base per rilanci economici di città come la nostra. 


sostenere ancor di più il piccolo commercio con le politiche pubbliche
E’ esattamente il contrario di quello che vuole fare l’amministrazione comunale che prima e durante la recente campagna elettorale ha dichiarato che utilizzerà i soldi (“regalati” dalla società che ha realizzato il centro Le Terrazze per l’accelerazione fornita dagli enti pubblici alla “bonifica”) per  migliorare il verde in città e i collegamenti tra centro commerciale e negozi del centro urbano  sic!  (vedi qui),  insomma palliativi dopo che le scelte vere sono state in gran parte fatte e altre  stanno per essere attuate.


blocco di ogni autorizzazione a nuove grandi superfici di vendita
Detta così questa è una sonora stronzata giuridico amministrativa. Come ha affermato la Corte di Giustizia della UE  (Sentenza 24 marzo 2011 n.C400/08) all'interno degli stati membri, l'apertura dei grandi centri commerciali non può essere subordinata a valutazioni di carattere economico. Non si può, cioè, impedire l'insediamento degli ipermercati perché potrebbero danneggiare il commercio al dettaglio o sulla base del fatto che l'impresa già detenga una fetta consistente del mercato.
Invece le amministrazioni interessate , in primo luogo il Comune, potevano intervenire utilizzando gli strumenti di pianificazione urbanistica, non a caso a presupposto della procedura di autorizzazione dell’outlet di Brugnato. Infatti la Corte di Giustizia nella sentenza sopra riportata afferma che restrizioni alla libertà di stabilimento di grandi centri commerciali:  “possono essere giustificate da motivi imperativi di interesse generale, a condizione che siano atte a garantire  la realizzazione dell’obiettivo perseguito e non vadano oltre quanto necessario al raggiungimento dello stesso. Fra tali motivi imperativi figurano,  tra gli altri, la protezione  dell’ambiente, la razionale gestione del territorio, nonché la tutela dei consumatori.” . Insomma più chiaro di così ma questi motivi il centro sinistra che governa le politiche urbanistiche della nostra provincia non li ha mai utilizzati.  


Relativamente all’outlet di Brugnato  vi è stata nel passato un’approvazione in sordina di questo inedito polo commerciale, non previsto da alcun piano territoriale o programma di settore…”
E’ evidente che qui siamo intanto alla totale ipocrisia politico amministrativa, infatti:
1. l’outlet è stato introdotto nella pianificazione urbanistica del Comune di Brugnato da una variante al PUC.
2.  a questa variante non è stata applicata la valutazione ambientale strategica, impedendo la possibilità di valutare su scala temporale e spaziale  adeguata l’impatto ambientale e sociale dell’intervento
3. il progetto non è andato a valutazione di impatto ambientale impedendo di verificare adeguatamente tutti gli impatti del progetto: idrogeologici, di vicinanza ad attività a rischio di incidente industriale (deposito gpl), di impatto sul traffico, di impatto sul rumore etc. etc.

Ma questi atti, anzi queste lacune valutative e di legittimità del procedimento non sono state commesse solo dal Comune di Brugnato (in mano al centro destra) ma dalla Regione Liguria che se non ricordo male è governata dal centro sinistra o no? 



Nel frattempo l’Autorità di Bacino Magra-Vara ha correttamente lasciato agli enti che hanno concorso all’approvazione del progetto la scelta se insistere o rinunciare alla realizzazione dell’opera 
No l’Autorità di Bacino non è stata per niente corretta sotto il profilo tecnico giuridico! Qualcuno lo dovrà pur dire pubblicamente.

Come ho dimostrato più diffusamente qui,  i Comuni non possono in assenza della revisione della classificazione del rischio della aree alluvionate svolgere la “valutazione” richiesta dalla Autorità di Bacino, neppure utilizzando le loro competenze in materia di protezione civile. Questo perché secondo la vigente normativa:
1. qualsiasi intervento nelle aree a rischio esondazione (anche quelle a minor rischio peraltro): “deve prevedere l’assunzione delle azioni e misure di protezione civile di cui ai Piani Comunali di settore” (comma 1 articolo 18 delle norme attuative del Piano stralcio di assetto idrogeologico)
2. ma quelle misure e piani di protezione civile dopo gli eventi alluvionali, come quello dello scorso ottobre, devono essere rivisti. In particolare: andrebbe aggiornata la cartografia regionale delle criticità ad uso di protezione civile  (vedi DGR 829/2010). Tale cartografia riporta gli elementi di rischio sulla base dei quali si possono già fare scenari di pianificazione verosimili per il rischio idrogeologico e, in attesa di eventuali ulteriori approfondimenti scientifici che si rendano necessari per definire meglio tali fenomeni alla scala comunale, provvedere comunque alla redazione della parte di pianificazione relativa al modello d’intervento.  


E’ evidente che ad una nuova e più consapevole approvazione dell’outlet di Brugnato occorrerebbe comunque andare, pur prescindendo dall’esito del ricorso al Tar…
Beh qui siamo veramente al paradosso. Se il PD ritiene di dover rivedere la decisione dell’outlet di Brugnato e di andare ad una nuova autorizzazione, lo strumento è uno solo: chiedere all’interno della normativa sulla VIA la riapertura del procedimento di valutazione del progetto.  Ciò è possibile semplicemente perché il parere dell’Autorità di Bacino richiede importanti revisioni progettuali a quanto a suo tempo approvato da Regione e Comune con l’avvallo di altri enti come la Provincia.
Tutto questo è stato dimostrato in questa istanza (vedi quipresentata da Legambiente Liguria (con il supporto tecnico giuridico del sottoscritto) al Presidente della Giunta Regionale e all’Assessore Regionale dell’Ambiente che come è noto sono del PD; è altrettanto  noto che la giunta Burlando è sostenuta dal centro sinistra, o sbaglio? 
Cosa hanno fatto quelli del PD in Regione rispetto a questa richiesta avanzata ormai quasi due mesi fa?  NIENTE! Però cazzeggiano sui giornali locali facendo finta di essere contro l'outlet! IPOCRITI!


CONCLUSIONI…..
Gianfranco Bianchi, presidente di Confcommercio Spezia  in una intervista di qualche tempo fa ha affermato giustamente che “bisogna porre un freno al proliferare della grande distribuzione organizzata”.    
Ma…… intanto ormai c’è poco da porre freno, dopo Le Terrazze, se passa anche l’outlet di Brugnato non so a cosa ancora si potrà porre rimedio. Il problema vero è che anche quando si criticano le scelte in questa città e provincia spezzina,  come fanno i sopra citati esponenti del PD, lo si fa in modo confuso, ipocrita e soprattutto a “babbo morto”. 

Ci vorrebbe un'altra cultura della pianificazione e programmazione dell’uso del territorio…… ma forse ci vorrebbe un'altra classe dirigente e forse anche un altro popolo di spezzini……. Troppo forse per il momento? Non credo perché il popolo siamo tutti noi e dipende da noi comportarci diversamente e cambiare la classe dirigente che ci sgoverna da decenni!









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