giovedì 26 aprile 2012

Ambientalisti moderni e la fuffa elettorale: un esempio l’impatto del porto di Spezia

Ci sono alcuni alleati del candidato Sindaco Federici che si riempiono la bocca di obiettivi ambientali, autocelebrandosi “ambientalisti moderni” (vedi qui). Non mi interessa qui aprire una polemica elettorale con la lista Schiffini, non sono candidato e non ho niente di personale contro di loro.
Mi interessa invece da Ambientalista Antico (visto che mi occupo di vertenze ambientali a Spezia dal lontano 1981) capire cosa si nasconda dietro questi slogan e questa corsa a dimostrare chi è più ambientalista di altri, se in altri termini dietro ci sia sostanza o solo fuffa elettorale.

Per capire quanto sopra basta guardare le principali iniziative ambientali di questa lista in consiglio comunale e in secondo luogo analizzare lo stato della vertenza porto sulla quale la lista Schiffini era nata nel 2007 e aveva fondato gran parte del suo successo elettorale di allora. Ma partendo da questa analisi svilupperò un ragionamento più complessivo su come deve essere affrontata la questione dell'attuazione del Piano Regolatore del Porto di Spezia anche con riferimento alla sostenibilità ambientale ed economica delle attività portuali.



“L’AMBIENTALISMO MODERNO”: ALCUNI ESEMPI DA NON SEGUIRE
1. Un ordine del giorno promosso dai consiglieri comunali della Lista Schiffini su vari temi ambientali ognuno affrontato con demagogia e incompetenza (vedi qui)

2. Un altro odg confuso sugli scarichi termici della centrale enel (vedi qui) che rimuove completamente tutti i dati emersi sul problema in questi anni a cominciare dalle condanne in sede penale e amministrativa dell'Enel con relative perizie che dimostrano il danno irreversibile al nostro golfo di detti scarichi.
3. Una proposta di partecipazione nella vicenda Enel, formulata genericamente e presto lasciata cadere dalla stessa Amministrazione Federici (vedi qui) cioè colui che ha recentemente ammesso pubblicamente: “non sono stato il Sindaco della partecipazione”.
4. La lista Schiffini propone (vedi qui) di introdurre a Spezia il c.d. “Dibattito Pubblico” senza avere una chiara idea in cosa consista questa metodologia partecipativa (peraltro una delle tante possibili) e soprattutto rimuovendo bellamente quasi 20 anni di distruzione sistematica dei percorsi partecipativi da parte del sistema di potere con il quale ora lui ha deciso di allearsi. Per una ricostruzione puntuale di tutto ciò vedi qui.
5. infine si avanzano discorsi generici, peraltro solo in campagna elettorale, sulla promozione della partecipazione dei cittadini, rimuovendo bellamente i buchi istituzionali e regolamentari del Comune di Spezia in materia di trasparenza, accesso ai documenti e partecipazione dei cittadini, come ho evidenziato qui. Se questi buchi fossero stati affrontati in questi 5 anni allora proporre il Dibattito Pubblico sarebbe stato ben più credibile.





LA VERTENZA DEL PORTO MERCANTILE
La Lista Schiffini fece nel 2007 della battaglia contro il Piano Regolatore del Porto uno dei punti centrali della propria campagna, impugnandolo di fronte al TAR e disegnando il futuro Sindaco Federici e la sua maggioranza come i sostenitori entusiasti delle logiche espansioniste del porto container. Affermava Schiffini (vedi qui) nella campagna elettorale del 2007:

«Sull' ampliamento del porto sono tutti d' accordo, da destra a sinistra - dice Schiffini - perché c' è una lobby portuale. Io dico che lo sviluppo economico non passa da uno scalo più grande, devastante dal punto di vista ambientale, ma da uno medio e dallo spazio per la nautica da diporto, il turismo e la cultura».

Ora in questi 5 anni non mi pare che le questioni relative al porto siano cambiate in chiave di sostenibilità ambientale, anzi possiamo dire senza temere di essere smentiti che sul porto gli indirizzi della Autorità Portuale attuale e del Sindaco Federici siano rimasti fermi al quadro del 2007, faccio alcuni esempi concreti:


La questione del piano regolatore del porto
Il terzo bacino tanto contestato da Schiffini nel 2007 è stato anche recentemente (ottobre 2011) confermato dal Presidente della Autorità Portuale, ad ulteriore conferma della logica puramente quantitativa dello sviluppo del porto da parte della Autorità Portuale (senza alcuna contestazione da parte del Sindaco Federici) si vedano (gennaio 2012) le sue dichiarazioni trionfali riguardo ai nuovi record di movimentazione dei container nel porto di Spezia : 1.320.000 nel 2011. Dati peraltro contestati dalla Capitaneria di Porto che dichiara cifre di poco superiori agli 800.000!
Di fronte a tutto ciò la lista Schiffini afferma, vedi qui, lo scorso 20 aprile 2012:”il porto attuale che non deve però fagocitare ulteriormente la città. Basta cementificazioni irreversibili che deturperanno per sempre e inutilmente il nostro Golfo senza portare nuovi posti di lavoro.” Ma il terzo bacino che cosa è se non una cementificazione irreversibile?



La questione della sicurezza nel bacino portuale 
Altra grande rimossa dalle tematiche elettorali è quella della prevenzione dal rischio incidenti legati al naviglio e al trasporto di sostanze pericolose ed infiammabili. Su questo tema la Lista Schiffini come pure la coalizione pro Federici latitano in modo incomprensibile. Eppure la questione è estremamente di attualità come ho dimostrato qui.




La questione del rispetto delle prescrizioni del ministero dell’ambiente sull’attuazione del PRP
L’Autorità Portuale non ha mai chiarito pubblicamente lo stato di attuazione delle prescrizioni che il Ministero dell’Ambiente e la Regione Liguria avevano stabilito, nel 2006, in sede di giudizio di Valutazione di Impatto Ambientale sul Piano Regolatore del Porto. Nella seconda parte di questo post, vedi qui, troverete l’elenco degli atti e documenti che mancano almeno pubblicamente.



La questione della trasparenza nella gestione dell’area portuale in materia di tutela ambientale e della sicurezza
A tutt’oggi non sono stati resi pubblici numerosi atti e documenti previsti dalle leggi vigenti
sia in materia di prevenzione dell’inquinamento dalla attività portuale che in materia di prevenzione per la tutela della sicurezza di lavoratori e cittadini residenti nei quartieri limitrofi al porto. I documenti li ho elencati nella prima parte di questo post, vedi qui.



La questione delle emissioni inquinanti delle navi mercantili che entrano nel porto
Sulla gravità di questo problema ho avuto modo già di scrivere qui.
Si tratta di un problema totalmente sottovaluto peraltro confermato dalle recenti punte di concentrazioni di anidride solforosa nella zona di Fossamastra. Punte quasi certamente ascrivibili alle emissioni delle navi container oltre che ma solo in parte dalla centrale Enel. Infatti come è noto in quel quartiere le ricadute della centrale sono ben più significative per le polveri da movimentazione del carbone.
Su questo tema assistiamo al silenzio più assordante dei politici locali di maggioranza e di opposizione sulla mancata conferma pubblica del rispetto dell’obbligo di legge (ex DLgs 205/2007) secondo il quale dal 1/1/2010 diventa obbligatorio il divieto di utilizzo di combustibili per uso marittimo con tenore di zolfo superiore allo 0,1% in massa su navi all'ormeggio. Divieto che deve essere fatto rispettare da Autorità Portuale e Capitaneria di Porto.
E mentre non si sa se è rispettata la legge vigente il Marine Environment Protection Committee (Mepc) dell'International Maritime Organization (Imo) ha adottato quattro serie di orientamenti destinati ad assistere l'applicazione dei regolamenti vincolanti in materia di efficienza energetica per le navi nella Convenzione Marpol allegato VI, che dovrebbero entrare in vigore il 1° gennaio 2013:
1. Guidelines per il metodo di calcolo dell' Energy Efficiency Design Index (Eedi) per le nuove navi - 2012;
2. Guidelines per lo sviluppo dello Ship Energy Efficiency Management Plan (Seemp) -2012;
3. Guidelines per il controllo e la certificazione dell'Eedi; Guidelines per il calcolo delle linee di riferimento per l'utilizzo dell'Eedi - 2012.


L'Imo spiega che le linee guida adottate sosterranno gli Stati membri nell'attuazione uniforme delle modifiche al Regolamento per la prevenzione dell'inquinamento atmosferico causato dalle navi Marpol, adottata nel luglio 2011, che aggiungono un nuovo capitolo 4 dell'allegato VI che rende obbligatorio l'Eedi per le nuove navi, e il Seemp per tutte le navi.


…Infine la questione del Tavolo di Confronto sull’attuazione del piano regolatore del porto
Per valutare il rispetto di tutto quanto sopra elencato a cominciare dalle modalità di valutazione degli ambiti in cui dovrà essere attuato il Piano Regolatore del Porto (PRP) esiste da anni uno strumento totalmente ignorato da amministratori e consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, previsto da un ordine del giorno del Consiglio Regionale e mai decollato come ho ampiamente spiegato qui.

Eppure quel Tavolo contiene un regolamento e un protocollo di lavoro che se applicati correttamente permetterebbero di dimostrare la sostenibilità ambientale (coerenza tra le previsioni dei diversi ambiti portuali) ed economica di un PRP costruito su scenari di sviluppo portuale ormai vecchi di decenni. Soprattutto su questo secondo aspetto sia nel blog speziapolis che nel mio blog, io e Daniela Patrucco, abbiamo avanzato da tempo una metodologia che affronti il tema della c.d. localizzazione indifferente dei porti commerciali, fenomeno i cui caratteri di fondo si possono così riassumere :
1. molte attività legate al ciclo del trasporto non sono più vincolate , nell’era dei trasporti intermodali , alla localizzazione portuale
2. la movimentazione dei carichi fra la nave ed il trasporto terrestre ed il relativo crescente livello di automazione riducono fortemente l’impiego del lavoro ed aumentano quello di capitale
3. l’impatto occupazionale dipende sempre meno dalla componente relativa all’ammontare di traffico che passa per il porto
4. un capitale che può non essere localizzato nella regione portuale per la progressiva concentrazione in pochi grandi gruppi internazionali dei principali terminal portuali escludendo così il sistema economico locale del porto da buona parte dei benefici economici. Il rischio molto reale è che il PRP arricchisca alla Spezia solo i terminalisti privati per i quali è quasi indifferente che un container sia pieno o vuoto: il business si realizza sulle tariffe di sbarco/imbarco e movimentazione.


L'analisi di questi parametri oltre che utile a capire le migliori interazioni tra porto e territorio spezzino si sposa benissimo con lo studio della Presidenza del Consiglio dei Ministri che sta per essere licenziato e relativo allo stato delle infrastrutture portuali e al contempo alla individuazione di indicatori nuovi per la allocazione delle risorse finanziarie e per la pianificazione del settore.



A conferma della necessità di una seria discussione su questi parametri si vedano i dati sulla evoluzione del trasporto container. Ad esempio secondo il Rapporto della società di ricerca Alphaliner (si veda qui) : il tasso di crescita del traffico container tra Far East ed Europa scenderà nel 2012 all'1,5%, contro il 2,8% rilevato lo scorso anno. La causa della flessione è l'indebolimento del quadro economico europeo.
Allora vogliamo parlarne di questi dati o noi spezzini dobbiamo solo subire le scelte dei soliti monopolisti di turno: enti energetici, lega coop, operatori portuali?

Dalle suddette problematiche il rapporto Alphaliner evidenzia che a carico delle principali compagnie si prevedono esigenze di ripianamento dei debiti fino a 20 miliardi di dollari!

D’altronde a conferma che non è tutto oro quello che luccica nei dati sui traffici container si veda quanto scrive Sergio Bologna nel libro più interessante sulla logistica marittima scritto in questi anni (Le multinazionali del mare ed. Egea 2010): “ le statistiche portuali e l’uso che i porti fanno per ragioni di marketing vanno letti con molta prudenza, in particolare per quanto riguarda i container, la cui domanda di trasporto è trainata da due componenti: il mercato dei beni e la logistica delle compagnie marittime. Lo stesso container viene contato più volte e quindi il valore dei movimenti di sbarco e imbarco che subisce nei porti, tenuto conto dei vuoti, ha una correlazione sempre più debole con il valore rappresentato dal volume delle merci trasportate.”





CONCLUSIONI PER TUTTI I CANDIDATI
Io credo che il sig. Schiffini e i candidati della lista omonima prima di “filosofare” sull’ambientalismo moderno o antico e sul Dibattito Pubblico, dovrebbero dimostrare di avere affrontato, per il passato, e di sapere affrontare, per il futuro, i temi sopra esposti….. altrimenti le loro dichiarazioni si riducono alla solita “fuffa” elettorale di cui veramente non se ne può più!


Ma diciamo la verità non è che i candidati a Sindaco alternativi a Federici siano molto meglio! Basti vedere le dichiarazioni inconsistenti dei collaboratori della candidata Chiarandini sia in tema ambientale che portuale. Così ad esempio il sig. Laghezza candidato, quale “esperto” portuale, nella lista della Chiarandini, si avventura in dichiarazioni, vedi qui), tipo: “Far crescere il porto, una necessità”. Farlo crescere si ma come? Con quali caratteristiche? Con quali ricadute socio economiche nel territorio spezzino? Con quali paletti per la vivibilità dei quartieri limitrofi? Non è dato sapere, l’esperto della Chiarandini, non si occupa di questo lui si limita a farsi promotore del porto, come un imbonitore qualsiasi e non come un candidato al governo della cosa pubblica.


Ma per favore cari Schiffini, Federici, Chiarandini….. studiate, informatevi non se ne può più di una classe politica piena di slogan e totalmente supina agli interessi forti che si muovono sul territorio, interessi forti che come dimostrano questi anni di declino economico spezzino quasi mai corrispondono agli interessi generali della comunità spezzina!






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